Gela. L’iniziale concessione edilizia venne rilasciata dagli uffici del Comune solo per realizzare un capannone per la trasformazione di prodotti agricoli. In realtà, lungo un tratto della Gela-Butera venne costruita un’abitazione, con piscina. Un abuso edilizio, fonte di tante contese, che lo scorso anno ha indotto i tecnici del Comune ad emettere un provvedimento di demolizione, che però non è stato eseguito. La società che risulta proprietaria, la Greco srl, si è rivolta al Tar Palermo, che a settembre non ha accolto la sospensiva, ritenendo che non ci fossero gli estremi. Non fu dato seguito all’ordinanza di demolizione emessa da Palazzo di Città e alla Greco srl è stata irrogata anche la relativa sanzione. La decisione del Tar, che non è ancora entrato nel merito del ricorso, è stata impugnata dalla proprietà del’azienda e il Cga, questa volta, seppur parzialmente, ha accolto l’azione, bloccando gli effetti non del provvedimento di demolizione delle opere abusive (che va comunque eseguito) ma di quello che irroga la sanzione e dispone l’acquisizione dell’immobile al patrimonio indisponibile del Comune. Secondo i giudici del Cga, l’azienda ha tentato di ritornare nel pieno possesso dell’abitazione, intanto ceduta con un contratto, a sua volta al centro di forti contestazioni e di un’indagine penale, che in primo grado ha portato alla condanna del proprietario della Greco srl (che ha impugnato in appello). Secondo il legale Carmelo Floreno, che ha assistito la società e l’imprenditore Salvatore Greco nel giudizio amministrativo, ad oggi non sarebbe stato possibile dare seguito alla demolizione delle opere abusive perché è occupato da chi aveva sottoscritto il contratto per acquistare l’abitazione. Il Cga ha valutato i tentativi, anche legali, avviati dalla società per ritornare in possesso dell’immobile, comunque precedenti al provvedimento di demolizione. “Ottenuto il possesso dell’immobile – si legge nell’ordinanza del Cga – il ricorrente dovrà adempiere all’ordine di demolizione”.
Nell’ordinanza, inoltre, si richiama il “periculum in mora” del provvedimento di acquisizione al patrimonio del Comune, che limiterebbe la possibilità di Greco di ritornare nella piena disponibilità dell’abitazione, così da demolire gli abusi.