Gela. I pm della Dda di Caltanissetta ritengono che debba essere sottoposto alla libertà vigilata, considerandolo un contatto del presunto capo stiddaro Bruno Di Giacomo, attualmente davanti al gup del tribunale di Caltanissetta per rispondere alle accuse che gli vengono mosse con l’inchiesta “Stella cadente”. Anche il dipendente comunale Salvatore Esposito Ferrara è stato interessato dall’indagine, anche se il gip, già al momento del blitz, non individuò i presupposti per imporgli una misura cautelare. Esposito Ferrara è rimasto sempre libero, ma per i pm della Dda va sottoposto a restrizioni. A sua volta, attende le pronunce del gup del tribunale nisseno, nel filone dell’inchiesta “Stella cadente” che però riguarda imputati mai sottoposti a misure cautelari. La sua posizione adesso è al vaglio dei giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta. La difesa, sostenuta dall’avvocato Nicoletta Cauchi, ritiene del tutto infondate le richieste avanzate dalla Direzione antimafia.
Lo stesso coinvolto ha sempre spiegato che il contenuto dell’unica intercettazione che lo riguarda sarebbe da collegare solo a rapporti lavorativi. Avrebbe svolto attività edilizie su incarico di Di Giacomo Per gli investigatori, invece, avrebbe fornito una pistola al presunto boss stiddaro. Arma che non venne mai trovata. I giudici del tribunale delle misure di prevenzione hanno deciso di acquisire l’ordinanza del blitz “Stella cadente”, che comunque non tocca Esposito Ferrara, come ha ribadito la difesa. Inoltre, il legale che lo rappresenta è convinto che la misura non avrebbe alcuna giustificazione, trattandosi di fatti che vengono collocati almeno quattro anni fa e non più “attuali”. Negli scorsi mesi, dopo la valutazione interna, Palazzo di Città ha deciso di sospendere il dipendente, in attesa di ciò che verrà deciso dai giudici. Anche su questo provvedimento, emesso dall’ente comunale, la difesa ha sollevato molte contestazioni.