Gela. Al conto mancherebbero circa 220 mila euro. Si tratta dell’ammontare di fatture emesse tra il 2006 e il 2007 dall’ex titolare di un’autocarrozzeria.
“Ho chiuso, non so nulla!”. Somme contestate che lo hanno portato a processo davanti al giudice Silvia Passanisi. “Io non so nulla delle fatture – si è difeso in aula l’imputato – chiusi l’attività nel 2005. Non è possibile che mi contestino queste cifre”. L’ex titolare dell’attività finita al centro dei controlli effettuati anche dagli operatori dell’agenzia delle entrate ha risposto alle domande formulate dal suo legale di fiducia, l’avvocato Maurizio Scicolone, e dal pubblico ministero Giampiero Cortese. Intanto, proprio l’imputato, per il tramite del suo legale, ha scelto di farsi giudicare con il rito abbreviato che, nel caso di condanna, gli permetterà di avere uno sconto di pena. Proprio il carrozziere finì al centro delle verifiche fiscali e, nonostante la chiusura dell’attività oramai nel 2005, dagli accertamenti emersero pesanti fatture emesse anche in anni successivi. “Ho chiuso tutto – ha continuato – per andare a lavorare fuori dalla Sicilia. Svolgo lavori saltuari e non so nulla di quei soldi”. La decisione sul suo caso, a questo punto, potrebbe già arrivare alla prossima udienza fissata per il 27 aprile.