Gela. Ieri, il sindaco Lucio Greco ha pubblicamente espresso la sua opinione sul servizio idrico in città. “Il peggiore in Italia e il più caro”, ha spiegato. L’avvocato si è rivolto anche ai vertici dell’Assemblea territoriale idrica, chiedendo che vengano riviste al ribasso tutte le tariffe. Basta bollette “d’oro”, per un servizio che non è mai parso veramente efficiente, soprattutto in città. Il segretario confederale della Cisl Emanuele Gallo, da tempo chiede di rivedere l’intero sistema. “Tanto tuonò che piovve. Le bollette più care d’Italia sono un’amara realtà per i cittadini dei territori di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Come Cisl – spiega il segretario generale delle tre province – da tempo lanciavamo l’allarme sull’insostenibilità di tariffe superiori al doppio della media nazionale. Adesso gli utenti agrigentini ricevono bollette conguagliate dal 2018 mentre tutti gli altri cittadini delle province di Caltanissetta ed Enna tremano all’idea di subire nuovi aumenti. Si prospetta un salasso per famiglie e imprese già messe in forte difficoltà dalla crisi pandemica. Sono ben giustificabili il malumore dei cittadini, le prese di posizione della società civile nonché la protesta di associazioni e movimenti civici per queste iniziative amministrative caratterizzate da scarsa sensibilità, che non tengono conto delle varie criticità dell’attuale situazione. Le tre Ati di Agrigento, Caltanissetta ed Enna non possono trincerarsi dietro l’obbligo di dar applicazione alle delibere approvate dalle loro assemblee come non devono scaricare sull’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente le responsabilità della revisione al rialzo delle tariffe. E’ bene ricordare che sul prezzo dell’acqua influisce il rapporto dei costi e degli investimenti privat che le Ati approvano nei confronti dei gestori Girgenti Acque, Caltaqua e AcquaEnna. Alla luce di quanto sta accadendo è doveroso che proprio le Ati facciano una verifica puntuale sui rapporti contrattuali con i gestori, puntando sui fondi del Recovery Fund che rappresentano un valida opportunità per sostenere investimenti strutturali che sgravano l’utente finale”. Il segretario confederale della Cisl richiama la possibilità normativa di un intervento della presidenza della Regione.
“Stiamo vivendo un momento difficile che richiede un grande sforzo comune per questo – prosegue Gallo – mi appello agli enti che gestiscono il servizio di erogazione idrica nonché alla deputazione nazionale e regionale affinché intervengano con la dovuta solerzia. La strada per bloccare futuri aumenti esiste. Basta ricorrere all’applicazione dell’articolo 6 della legge regionale n.19 del 2015 che affida al presidente della Regione la valutazione della “sussistenza dei presupposti per l’eventuale esercizio del diritto di recesso dalla convenzione con Siciliacque ed in ogni caso avvia le procedure per la revisione della stessa al fine di allinearla ai principi generali dell’ordinamento giuridico statale e comunitario diretti a garantire la possibilità di accesso, secondo criteri di solidarietà, all’acqua in quanto bene pubblico primario, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, nonché alle direttive emanate dall’Autorità nazionale per l’energia elettrica e il gas”. La Cisl territoriale si appella ai presidenti delle Ati. “Ai sindaci di Sciacca Francesca Valenti, di Niscemi Massimiliano Conti e di Enna Maurizio Dipietro, nella qualità di presidenti Ati delle tre province, come Cisl sollecitiamo un tempestivo intervento. Per quel che ci riguarda – conclude Gallo – siamo disponibili a sostenere tutte quelle iniziative che possano migliorare la vita economica e sociale dei cittadini per i quali le nuove tariffe dell’acqua, riviste al rialzo e retroattive, sono uno sgradito regalo di Natale”.
