Gela. Il giudice civile Alessandro Laurino si è riservato di decidere davanti alla vasta documentazione presentata dai legali di dieci imprenditori che hanno scelto di citare in giudizio la società raffineria di Gela, del gruppo Eni.
Quotidianità mutata dalla presenza della fabbrica. Un’azione collettiva avviata per ottenere un riconoscimento dei presunti danni subiti. I dieci, infatti, a seguito della presenza della fabbrica di contrada Piana del Signore in città e delle emissioni rilasciate dagli impianti, sarebbero stati costretti a mutare totalmente la loro quotidianità, anche lavorativa. Si tratta di uno dei pochissimi casi in Italiad’azione collettiva avviata contro un’azienda multinazionale rispetto alla sua presenza sul territorio.
Atti e documenti prodotti. Gli avvocati Antonella Barbera e Antonio Giardina hanno depositato atti e documenti che dimostrerebbero la sussistenza di un danno non patrimoniale subito dai loro assistiti. Un’ipotesi del tutto contestata dai legali di raffineria, fermi nel ritenere che il giudice Laurino non debba acquisire quegli atti. Adesso, la decisione spetta proprio al magistrato che dovrà fissare la data della prossima udienza di comparizione. Tra i dieci imprenditori, c’è anche David Melfa, a sua volta citato in giudizio dai vertici locali di Eni per una presunta diffamazione.