Gela. Secondo la procura tre responsabili dell’Arpa avrebbero “favorito una vasta contaminazione ambientale in contrada Armatella”, a pochi chilometri dal centro abitato della città.
A seguito del verdetto a conclusione delle indagini i tre addetti dell’Agenzia regionale per l’ambiente di Caltanissetta si presenteranno davanti al giudice dell’udienza preliminare. Davanti al gup finiscono Antonio Carbone, dirigente chimico dell’unità che si occupa dei controlli per conto di Arpa, Maria Cannas e Patrizia Biondo, addette alle analisi biologiche e chimico-fisiche dei campioni prelevati. Al centro delle indagini, è finita la fuoriuscita d’idrocarburi che si registrò, nel marzo di due anni fa, proprio in contrada Armatella, lungo i terreni limitrofi alla statale 117 bis Gela-Catania. In quell’occasione, una falla apertasi sulle linee sotterranee che permettono il passaggio d’idrocarburi pompati nei pozzi circostanti fece fuoriuscire sostanze che si riversarono in superficie. Le operazioni di bonifica da parte dei tecnici del gruppo Enimed iniziarono alcune settimane più tardi, nel tentativo di evitare l’inquinamento delle aree. L’attenzione dei magistrati della procura si è concentrata proprio sui campionamenti che si sarebbero dovuti effettuare per individuare le eventuali sostanze pericolose immesse dopo la vasta perdita. Una denuncia pubblica, con tanto di sit in proprio in contrada Armatella, venne lanciata dal comitato Bonifichiamoci che mise in luce le presunte anomalie generate non solo dalla fuoriuscita d’idrocarburi ma anche dalle successive operazioni di bonifica effettuate nella zona, peraltro limitrofa a diversi campi coltivati. Intanto, dopo la chiusura delle indagini e la successiva fissazione dell’udienza preliminare davanti al gup Veronica Vaccaro, l’ente comunale ha scelto di costituirsi parte civile, provvedendo alla nomina di un legale di fiducia, l’avvocato Flavio Sinatra. Non è da escludere, a questo punto, che anche le associazioni protagoniste del sit in di protesta possano decidere di agire in tal senso, dando mandato ad un avvocato che le rappresenti nel corso del procedimento. Gli aderenti al comitato che sollevò il caso Armatella sottolinearono come lo sversamento d’idrocarburi si sarebbe verificato all’interno di un’area rientrante nel sito protetto Natura 2000. Le indagini avrebbero messo in luce presunte anomalie nella gestione delle attività d’analisi ambientale, al punto da individuare eventuali responsabilità proprio a carico dei tre tecnici chiamati a rispondere alle accuse. L’attività dei magistrati partì dopo le prime verifiche effettuate nella zona della contrada diventata teatro delle perdite d’idrocarburi. Gli interventi di bonifica da parte dei tecnici Enimed si conclusero, invece, con la sostituzione di una parte delle linee danneggiate e la rimozione di una vasta porzione di terreno colpito.