Gela. Sette anni e quattro mesi di reclusione per Andrea Nicosia, l’istruttore di guida accusato di omicidio stradale plurimo e lesioni gravissime. Lungo un tratto della statale 626 Gela-Caltanissetta, due anni fa morirono il sedicenne Angelo Scalzo e l’ambulante riesino Giuseppe Danese. Il gup del tribunale Silvia Passanisi ha emesso la decisione al termine del giudizio abbreviato, chiesto e ottenuto dalle difese dell’imputato, sostenute dagli avvocati Flavio Sintra e Feliciana Ponzio. Il pm Luigi Lo Valvo, a conclusione della requisitoria, aveva confermato le accuse, chiedendo la condanna a nove anni di detenzione. Per il pubblico ministero, le morti di Scalzo e Danese sarebbero state causa diretta dell’alta velocità e di manovre azzardate dell’istruttore di guida, finito a processo. Il giovane Scalzo, la sorella e un’altra ragazza, a bordo della Peugeot guidata dall’imputato stavano rientrando in città dopo aver sostenuto la prova orale per ottenere il patentino. Lo schianto fu terribile e coinvolse anche la vettura di Danese, che invece rientrava a Riesi. Pure un mezzo pesante finì nella successiva carambola stradale. Il minore e l’ambulante morirono sul colpo. Anche gli altri occupanti della Peugeot riportarono ferite, tanto da spingere il pm a chiedere la contestazione delle lesioni gravissime. La famiglia Scalzo e quella Danese, parti civili con l’avvocato Rita Parla, per conto della società “Giesse Risarcimento Danni”, hanno seguito sia l’indagine che il giudizio abbreviato e anche oggi erano presenti. La decisione pronunciata in aula non li ha del tutto soddisfatti, soprattutto a causa delle gravissime perdite subite. Parte civile era anche un altro familiare di Danese, rappresentato dal legale Giuseppe D’Acquì. Alle parti civili è stato riconosciuto il diritto al risarcimento, da definire successivamente. Sia il pm che le parti civili hanno fatto leva su quanto indicato nella perizia tecnica, autorizzata dalla procura.
Le difese, invece, hanno messo in dubbio la dinamica dei fatti ricostruita dagli investigatori e i dati tecnici, escludendo che la Peugeot condotta da Nicosia abbia toccato velocità eccessive. I legali dell’imputato hanno concluso questa mattina, davanti al gup. Il giudice ha accolto la linea dell’accusa e ha emesso la decisione di condanna. Inizialmente, anche un’altra ferita era parte civile, con l’avvocato Davide Limoncello. La costituzione però è stata ritirata ed è rimasta parte offesa nel giudizio. Dopo l’accaduto la famiglia di Angelo Scalzo ha avviato diversi iniziative, anche per sensibilizzare sul tema della sicurezza stradale.