Gela. Il covid-19 continua a mettere a nudo le troppe criticità del sistema sanitario in materia di gestione da pandemia, con particolare riferimento all’ospedale “Vittorio Emanuele” diretto da Luciano Fiorella. Questa mattina un paziente è risultato positivo al tampone molecolare mentre era in una Astanteria affollata, in attesa di essere trasferito in Medicina. A seguito dell’esito del tampone i medici hanno ritenuto opportuno ricoverarlo nell’unità operativa di Malattie infettive. E’ risultata positiva, sempre in ospedale, una infermiera che opera nel reparto di Medicina.
Stessa sorte per un soccorritore del servizio 118 della postazione medicalizzata “Charlie 6” trasferita, ormai da un mese, nei locali dell’ex mattatoio a pochi isolati dall’altra postazione 118 del rione Villaggio Aldisio. Una decisione che, se non provvisoria, rischia di lasciare scoperta una vasta area della città. I soliti bene informati sono preoccupati dai tempi di percorrenza per attraversare l’intero perimetro urbano. Un azzardo garantire tempestività di soccorso nei casi più gravi. A rendere ancora più preoccupante la situazione è la carenza di sanitari a bordo dell’unica ambulanza 118 medicalizzata. Anche oggi la “Charlie 6” ha effettuato un turno senza camici bianchi creando una ulteriore emergenza nel territorio. I primi attriti tra la direzione strategica dell’ospedale e le organizzazioni sindacali comparto sanità si erano registrati a marzo. Si parlava, anche allora, della mancanza di percorsi dedicati e di appositi presidi sanitari in dotazione ai dipendenti. L’iniziale contenimento dei contagi aveva quasi celato le problematiche denunciate dalle organizzazioni sindacali. Anche l’assessore comunale alla Sanità, Nadia Gnoffo, aveva evidenziato la carenza di controlli idonei all’accesso della struttura di via Palazzi. I tamponi obbligatori ai pazienti, sono stati avviati in netto ritardo anche rispetto all’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta. Da alcuni mesi si assiste ad una aumento di positivi tra personale e pazienti. Non sono mancate proteste isolate, l’ultima tra il personale amministrativo che ha preteso e ottenuto la decontaminazione dei locali dopo che un loro collega era risultato positivo al covid-19.