Gela. Non avrebbero mai fatto parte del gruppo degli stiddari, individuato dagli investigatori che hanno messo a segno il blitz “Stella cadente”. A spiegarlo è stato l’avvocato Davide Limoncello, in aula davanti al gup del tribunale di Caltanissetta. Il legale ha concluso nell’interesse di tre degli imputati, Giuseppe Antonuccio, Gianluca Parisi e Alessandro Scilio. Su Antonuccio è stato spiegato che mancherebbe qualsiasi elemento anche per contestargli lo spaccio di droga, tra le accuse mosse dagli inquirenti. Sarebbe stato coinvolto solo per normali rapporti con il cugino, suo omonimo, anch’esso tra gli imputati. Secondo la difesa, invece, Gianluca Parisi avrebbe avuto contatti solo con Giovanni Di Giacomo, ma nessuno, neanche i collaboratori di giustizia, lo indica come appartenente ad un’organizzazione mafiosa. Non ci sarebbero prove neanche su un suo presunto ruolo di “cassiere” del gruppo. Per la difesa, mancherebbero verifiche sul fatto che il conto corrente finito al centro dell’interesse investigativo venisse effettivamente movimentato. Anche per la posizione di Alessandro Scilio la difesa ha spiegato che si sarebbe trattato di una vittima di intimidazioni, piuttosto che di un appartenente agli stiddari. Anche i rapporti con il presunto capo del gruppo, Bruno Di Giacomo, si sarebbero subito incrinati e Scilio subì danneggiamenti alla sua attività commerciale. E’ costituito parte civile, così come il fratello, l’ambulante Saverio Scilio (rappresentato dall’avvocato Alessandra Campailla).
Il giudizio abbreviato, avviato davanti al gup del tribunale nisseno, va verso l’esito finale. Ad inizio settimana, in aula ha concluso anche il difensore di Rosario Marchese, a sua volta coinvolto nel filone “Stella cadente” e considerato figura di riferimento del gruppo, in base invece alle risultanze del blitz “Leonessa”. L’avvocato Giovanna Zappulla ha escluso che il consulente abbia mai fatto parte di gruppi delle criminalità organizzata. Non ci sarebbero riscontri su una sua partecipazione al giro di droga, che sarebbe stato gestito dagli stiddari. Lo stesso Marchese, videocollegato dal carcere, ha reso lunghe dichiarazioni spontanee. In aula, si ritornerà ad inizio dicembre, per le conclusioni di altri difensori. Dal gup sono imputati Giuseppe Alessandro Antonuccio, il collaboratore di giustizia Giovanni Canotto, Luigi D’Antoni, Bruno Di Giacomo, Giuseppe Giaquinta, Calogero Infurna, Emanuele Lauretta, Gaetano Marino, Nicola Palena, Andrea Romano, Filippo Scerra e Gaetano Simone. Parti civili nel giudizio sono inoltre il Comune (con l’avvocato Ornella Crapanzano), la Cgil (con il legale Rosario Giordano), la Federazione antiracket (con l’avvocato Mario Ceraolo), tre esercenti che sarebbero finiti nel mirino degli stiddari (rappresentati dall’avvocato Valentina Lo Porto) e Rocco Di Giacomo, a sua volta imputato nel giudizio ordinario e difeso dal legale Antonio Gagliano. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Giovanna Cassarà, Francesco Enia, Cristina Alfieri, Laura Caci, Rocco Guarnaccia, Maurizio Scicolone e Rocco Di Dio.