“Con quali criteri si decide di abbattere alberi?”, Farruggia: “Da mesi attendo atti”

 
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Gela. Alberi abbattuti anche quando non ce ne sarebbe l’esigenza. Il dubbio, che ritiene più che fondato, lo avanza il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Virginia Farruggia, che attende ancora di avere riscontro ad una sua richiesta di accesso agli atti sul tema. “Era luglio quando ho protocollato la prima richiesta di accesso agli atti, reiterata per mancanza di riscontro a settembre, ed era sempre settembre quando scrivevo del pericolo che alcuni alberi avrebbero potuto arrecare alle persone se non si fosse intervenuto velocemente ma con un piano ed una programmazione ben precisi. Ad oggi, non ho ancora avuto alcun riscontro rispetto alla mia richiesta di accesso agli atti con la quale chiedevo di conoscere, attraverso relazioni e foto allegate post e ante intervento, le motivazioni che avevano portato all’abbattimento di determinati alberi che apparentemente non avevano alcuna criticità, nonché la programmazione degli interventi di abbattimento e potatura. Ho atteso con pazienza – dice – che la nuova azienda che ha firmato una convenzione con il settore ambiente per l’abbattimento di trecento alberi, stima valutata non si sa ancora su quali parametri, si organizzasse anche sul piano burocratico e quindi sulla redazione delle relazioni sintetiche a supporto di ogni singolo intervento, nonché sul metodo dello smaltimento degli sfalci, ma ancora, nonostante la pazienza, non ho avuto alcuna risposta. A fronte di una richiesta di accesso agli atti da parte di un consigliere comunale non esitata, gli abbattimenti sono continuati, in barba alle prerogative dei consiglieri comunali. E’ come se certi ambiti fossero zone franche e alla totale disponibilità di chi li gestisce, dimenticando quindi che tutto ciò che riguarda la cosa pubblica appartiene ai cittadini”. L’amministrazione comunale ha comunicato l’intenzione di destinare circa trecentomila euro delle compensazioni Eni per la cura di nuove aree verdi e le manutenzioni. Secondo Farruggia, prima di tutto va fatta chiarezza sull’attuale gestione. “Negli ultimi mesi e sempre in attesa di un riscontro, sono stati abbattuti alberi che non sembravano mostrare alcuna criticità, anche all’interno di alcune scuole. Altri abbattimenti invece che avrebbero dovuto effettuarsi, per i danni arrecati anche a parti strutturali di istituti scolastici, sono stati sospesi. Anche nelle ultime settimane, sono stati abbattuti alberi che non arrecavano alcun pericolo all’incolumità pubblica, come per esempio il pino in via Pandino, oppure il falso pepe in via Jacopo da Lentini, a differenza invece del pino nel parcheggio di via Caviaga che evidentemente rischiava di cadere. Fortunatamente al netto dei riscontri amministrativi, molti residenti sono sensibili al tema e mi contattano per denunciare determinati interventi che percepiscono come abusi. Credo sia fondamentale che a questo punto l’amministrazione prenda una posizione chiara e determinata in tal senso. Una gestione trasparente del verde pubblico è d’obbligo per una politica che decide di impegnare trecento mila euro delle compensazioni Eni per nuove aree a verde quando in realtà chi gestisce il verde in città si approccia al tema come se fosse un problema ed un dispendio di risorse. Ricordo inoltre – aggiunge – che il Comune è inadempiente rispetto al censimento del verde pubblico e che ad ogni abbattimento dovrebbe conseguire una nuova piantumazione, ma anche su questo tema, molto legato al decoro urbano di cui questa amministrazione ha fatto il proprio cavallo di battaglia, non si è fatto alcun passo in avanti. Il verde pubblico è un importante patrimonio per i Comuni ed un’amministrazione lungimirante e volta al rilancio economico della propria comunità dovrebbe solo pensare a valorizzarlo e potenziarlo. Una gestione selvaggia del verde pubblico è rappresentativa di una comunità insensibile al bene comune e al decoro urbano”.

Il verde pubblico e l’attuale gestione in città, per il consigliere tracciano una linea netta, anche di approccio culturale. “È una battaglia culturale quella che si deve vincere, da una parte i cittadini incivili che buttano la spazzatura per la strada e dall’altra parte un’amministrazione che dovrebbe dare l’esempio di rispetto per il bene comune – conclude – e quindi prendersene cura e non abbatterlo, salvo che sussista un pericolo oggettivo di incolumità pubblica”.

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