Gela. Della riapertura dello stadio “Presti” non si sa più nulla, anche se in questa fase le priorità sono altre. Il consigliere comunale Emanuele Alabiso, che è anche impegnato come dirigente nel calcio dilettantistico locale, torna a chiedere lumi all’amministrazione. A fine mese, salvo provvedimenti diversi, dovrebbero riprendere gli allenamenti delle formazioni locali. “Un mese fa ho chiesto di convocare in commissione sport l’assessore che ci aveva comunicato un ulteriore ritardo dovuto al ripristino di un muretto nel retro curva e nel bagno adiacente, oltre a piccoli lavoretti di verniciatura di una ringhiera. Ci aveva rassicurato – dice – e in quella stessa giornata avrebbe dovuto avere la firma del sindaco, visto che le somme c’erano. In quindici giorni avrebbe completato il tutto chiedendo finalmente la convocazione della commissione per la riapertura. In questa fase di stop dei campionati, ho ritenuto inutile polemizzare, ma a distanza di un mese ancora i lavoretti non sono neanche iniziati”. Ritardi che si aggiungono a lungaggini che si trascinano da anni. Quello di Alabiso è anche un amaro sfogo.
“Ad oggi non c’è nessuna comunicazione da parte della Lnd rispetto ad eventuali rinvii dell’attività, quindi teoricamente le squadre dovrebbero iniziare a fine mese ad allenarsi. Ma com’è pensabile allenarsi senza l’utilizzo degli spogliatoi? La società calcistica Gela – dice ancora – ha fatto investimenti non indifferenti per continuare il progetto di risalita nel calcio che conta. Abbiamo fatto sacrifici da agosto ad ottobre e continueremo a farli anche per i mesi successivi, perché abbiamo preso un impegno con la città sportiva. Ma le istituzioni che fanno?”. Quesiti che per ora sembrano non avere risposte in una vicenda che ha portato davanti al gup del tribunale ex amministratori, funzionari comunali e responsabili di enti competenti al rilascio delle autorizzazioni.