Gela. Non c’è accordo tra consiglieri comunali sulla scelta degli scrutatori. In barba ad ogni principio di trasparenza e democrazia alla fine si è scelto di lasciare il mondo come è, ovvero nominare in maniera discrezionale chi si vuole.
E’ pur vero che lo prevede la legge, ma la proposta di rinunciare a quanto stabilito dalla norma, procedendo ad un sorteggio pubblico avrebbe certamente portato una buona dose di immagine positiva del consiglio comunale davanti l’occhio critico dei cittadini. Ed invece, giorni di riunioni convulse per decidere di non decidere. “Io ci ho provato – dice quasi giustificandosi il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Fava – la norma poteva essere aggirata e volendo avremmo potuto ugualmente trovare una forma che ci tenesse al riparo da critiche e speculazioni politiche, ma la maggioranza dei consiglieri ha deciso così”. E così accadrà che ognuno si nominerà i più vicini ad ogni partito. Una clientela legalizzata da norme che di democratico hanno ben poco.