Gela. Non furono incontri volutamente organizzati per infrangere gli obblighi che intanto gli erano stati imposti dai magistrati, compresa la sorveglianza speciale. In realtà, Crocifisso Di Gennaro (già coinvolto in inchieste sul traffico di droga) e Rosario Marchese (ora detenuto dopo i blitz “Stella cadente” e “Leonessa”) si sarebbero solo accordati sul passaggio di proprietà di un bar, a Caposoprano. Il locale passò poi alla consorte di Marchese, dopo una trattativa commerciale con Di Gennaro. Entrambi sono stati assolti dal giudice Miriam D’Amore, “perché il fatto non sussiste”. I legali dei due imputati, gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla e Ivan Bellanti, hanno dimostrato, con atti formali prodotti in giudizio, che gli incontri ricostruiti dagli investigatori avvenivano solo per concordare la cessione dell’attività commerciale. Le difese l’hanno ribadito nelle loro conclusioni.
Anche il pm Pamela Cellura, analizzando quanto emerso dall’istruttoria dibattimentale, ha a sua volta avanzato una richiesta di assoluzione per entrambi gli imputati.