Gela. Due tumori alla testa, asintomatico totale ma positivo anche al terzo tampone. Dopo 23 giorni di isolamento domiciliare è quello che tecnicamente viene classificato come “positivo a lungo termine”. Ovvero, libero di reintegrarsi in comunità dopo almeno 21 giorni di isolamento e previa autorizzazione dell’autorità sanitaria.
La fine della quarantena per il 51enne Massimo Casciana è stata “sola” annunciata dai medici dell’Asp di Caltanissetta e nelle prossime ore dovrebbe essere confermata.
Il certificato sanitario potrebbe comunque non bastare ad ottenere quel lasciapassare che per il soccorritore volontario della Cri deve tramutarsi in ricovero presso una struttura oncologica. Sarebbe stata proprio la struttura lombarda la prima a negargli l’accesso. “Il 21 ottobre sarei dovuto andare al Besta di Milano per una biopsia – spiega Casciana – Ma hanno cancellato il mio ricovero non appena saputo dell’esito positivo del tampone. Ribadiscono l’impossibilità di accettare pazienti positivi, pur custodendo le registrazioni delle risonanze effettuate al Garibaldi di Catania. Questa loro risposta pesa come un macigno. Spero in un ricovero, non importa il nome ma una struttura ospedaliera capace di mettere la parola fine alla sanità negatami negli ultimi 23 giorni”.
Oggi pomeriggio, solo dietro insistenze del paziente, che ieri aveva ricevuto l’esito positivo anche del terzo tampone, un medico dell’Usca lo ha sottoposto a visita domiciliare.
Durante il lungo isolamento Casciana ha iniziato una terapia “fai da te”, indispensabile ad alleviare le sofferenze legate all’avanzata dei due tumori alla testa diagnosticati ad agosto dopo un lungo pellegrinaggio iniziato dall’ospedale “Vittorio Emanuele” e finito al “Carlo Besta” di Milano, passando per il “Garibaldi” di Catania prima di fare parte della lista degli incolpevoli pazienti banditi dagli ospedali perché positivi al covid-19.
“Sono positivo a questi tamponi ma non ho mai accusato alcuna patologia riconducibile al coronavirus – incalza Massimo Casciana – Nessuno stato influenzale né tantomeno tosse o affaticamento. Non ho mai perso l’olfatto e il gusto. Le uniche patologie che mi preoccupano sono quelle legate ai due tumori e per le quali continuo a curarmi autonomamente, senza l’ausilio di personale sanitario”. Da qualche giorno il soccorritore volontario della Cri ha difficoltà a deambulare, trema e le crisi epilettiche sono sempre più frequenti.
“Voglio solo essere ricoverato, non chiedo altro – conclude Casciana – Invoco il diritto alla salute. Mi hanno lasciato solo. Il medico di famiglia sostiene di non potere fare nulla se non affidarmi all’Asp cl2. In quarantena ho iniziato a farmi punture all’addome, somministrarmi cortisone indispensabile ad alleviare un mal di testa che sembra non andare via. Quando si attenua tornano le crisi epilettiche. Gli effetti sono devastanti. Da qualche giorno non riesco a deambulare e mantenere l’equilibrio. Mi sento morire”.
Oggi ho letto di una ragazza del nord, nelle medesime condizioni del sig. Casciana, che è stata contattata dal direttore generale di un ospedale oncologico di Napoli offrendogli il ricovero e le cure necessarie seppur positiva anche al covid, questo perché gli ospedali del nord Italia non la accettavano a causa della sua positività… nell’articolo c’era pure l’indirizzo e-mail dell’ospedale…
Questo il link dell’articolo:
https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/coronavirus_napoli_milano_pascale_martina_tumore-5573958.html