Gela. Le indagini avviate dopo la terribile esplosione al mercato rionale di via Madonna del Rosario, che lo scorso anno causò feriti e il decesso di due donne, potrebbero essere chiuse a breve dai pm della procura. La scintilla causata probabilmente dal malfunzionamento di una bombola gpl, usata dal titolare di una rivendita ambulante di rosticceria, avrebbe generato la deflagrazione, mentre tra le bancarelle c’erano centinaia di persone. La vicenda, oltre che risvolti penali, ha anche sviluppi civili. Già un anno fa, i legali di alcuni familiari di una delle vittime, Giuseppa Scilio, avviarono la procedura per arrivare ad una conciliazione stragiudiziale con il Comune, ente proprietario dell’area di via Madonna del Rosario, ma anche con la compagnia assicurativa, con l’esercente titolare del furgone per la vendita di rosticceria da dove si generò l’esplosione e con Eni (dato che la bombola era stata realizzata da Agip oggi del gruppo del cane a sei zampe). Pare che la negoziazione assistita non abbia avuto esito e quindi i legali dei familiari hanno citato in giudizio sia Palazzo di Città che gli altri presunti responsabili di quanto accaduto. Gli avvocati Gionata Virga e Seba Virga hanno notificato al municipio il relativo atto. L’udienza davanti al giudice civile del tribunale è fissata per il prossimo dicembre.
Sono convinti che il drammatico accaduto sia da collegare ad una serie di inefficienze amministrative (nella gestione dell’area di mercato) e tecniche (rispetto all’uso e ai presunti difetti della bombola). L’amministrazione comunale ha deciso di costituirsi nel giudizio, per resistere alle richieste risarcitorie che saranno formulate dai legali dei familiari. Potrebbe essere avanzata una richiesta di risarcimento non inferiore ai due milioni di euro. Nel primo anniversario dei fatti di via Madonna del Rosario, lo scorso giugno il sindaco Lucio Greco ha inaugurato una targa in ricordo delle vittime.