Il centro commerciale è chiuso o aperto? I cinesi rilanciano e il Comune toglie i sigilli

 
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Gela. Chiuso? No, aperto. Il nuovo centro commerciale avviato da un gruppo di esercenti cinesi in contrada Albanazzo, lungo la statale 117 bis, rischia adesso di creare non pochi grattacapi ai funzionari di Palazzo di Città.

Si rischia la rivalsa? La scorsa settimana, arrivò un mini blitz della polizia municipale che impose la chiusura dell’intera attività. In sostanza, sarebbero mancate alcune comunicazioni in materia di Scia. Adesso, però, i titolari hanno appianato la propria posizione amministrativa e chiedono di riaprire. Una richiesta che ha trovato il sì del segretario generale dell’ente Antonio Tumminello, attuale dirigente provvisorio del settore edilizia. “Il perdurare della situazione di chiusura della struttura di vendita – si legge nel provvedimento appena firmato – crea un danno economico non indifferente che potrebbe rivalersi nei confronti di quest’amministrazione”.

Quali sono le anomalie. In sostanza, il titolare dell’attività è stato sanzionato per aver avviato un unico centro di vendita, mettendo insieme due medie strutture e senza frazionarle. Insomma, difformità rispetto alla autorizzazioni rilasciategli. I funzionari di Palazzo di Città, però, sembra stiano rivedendo le loro posizioni, tanto da temere una rivalsa da parte dell’esercente qualora i sigilli continuassero ad essere apposti all’intero centro commerciale. “Si è pervenuti alla soluzione di potere riattivare, allo stato, esclusivamente una media struttura di vendita – scrivono i funzionari comunali – e, nelle more, la ditta interessata inizia la procedura di rilascio della sanatoria amministrativa per aver realizzato materialmente, senza la dovuta autorizzazione, il frazionamento dell’immobile con opere interne nonché dell’autorizzazione all’apertura di una media struttura di vendita”.

Frazionamento sì…frazionamento no. La chiusura della nuova attività commerciale, quindi, non sembra convincere tutti i funzionari di Palazzo di Città, dato che lo stesso frazionamento delle due strutture di vendita era già stato avviato dagli esercenti. Quindi, riapre la zona nord della struttura oltre all’ingresso principale: saranno dissequestrati tutti i beni finiti al centro del blitz. Un’attività avviata all’interno di un capannone sanato con destinazione commerciale in un’area agricola. 

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