Gela. Le sue non furono false dichiarazioni, per tentare di allontanare il sospetto che avesse spalleggiato un coetaneo, poi condannato per tentato omicidio. Il giudice Francesca Pulvirenti ha assolto un trentenne, che era finito a processo, perché accusato di aver fornito una versione dei fatti diversa da quella ricostruita dagli inquirenti. Gli investigatori arrestarono l’allora ventiseienne Graziano Vella che aggredì e accoltellò un ambulante, tra le bancarelle del mercato di via Madonna del Rosario. Venne accusato di tentato omicidio. Secondo i pm della procura, sarebbe stato accompagnato nella zona dal trentenne, finito a processo per false dichiarazioni. L’imputato ha sempre negato di essersi trovato sul posto al momento dell’accoltellamento. L’auto individuata, secondo gli investigatori, sarebbe però stata di sua proprietà. La difesa, sostenuta dall’avvocato Vittorio Giardino, ha spiegato che quelle dichiarazioni, ritenute non veritiere, in realtà vennero raccolte senza rispettare la procedura prevista e di conseguenza andavano già considerate inutilizzabili.
Nonostante la presenza della vettura che portò gli inquirenti sulle tracce del presunto complice di Vella, per il trentenne non venne mai formulata l’accusa di concorso nel tentato omicidio. Al termine della requisitoria, il pm ha chiesto la condanna a nove mesi di reclusione. Il giudice ha però accolto la linea difensiva, assolvendo l’imputato.