Gela. Un ex supermercato chiuso a causa della crisi economica del gruppo aziendale che lo gestiva, un magazzino da almeno millecinquecento metri quadrati già utilizzato come esposizione d’automobili, un altro stabile nel cuore di via Venezia.
Immobili tutti caratterizzati dal fatto di doversi trasformare in nuovi punti vendita gestiti da esercenti cinesi. I lavori sono iniziati da diverse settimane nelle tre strutture che, adesso, verranno utilizzate da gruppi dell’estremo oriente oramai di casa in città e non solo. “Sicuramente – spiega il presidente della sezione locale di Confcommercio Rocco Pardo – gli esercenti cinesi sono quelli che, in questa fase, hanno una costante disponibilità economica. Non a caso, riescono a pagare affitti assai esosi che pochi esercenti locali riuscirebbero a permettersi”.
L’espansione del commercio dell’estremo oriente, quindi, sembra non volersi fermare. Adesso, tre nuovi punti vendita in immobili tutti individuati lungo via Venezia. Se, da un lato, gli investimenti non si fermano: dall’altro, anche i commercianti orientali sembrano risentire, seppur in minima parte, della crisi. Stando ai dati raccolti dai funzionari comunali dello sportello unico delle attività produttive, almeno due gestori di attività commerciali made in China hanno presentato istanza di cessazione.
Casi che sembrano porsi in contrasto con il trend di crescita cinese in città. “I controlli effettuati in questi mesi dagli agenti di polizia municipale e dalle forze dell’ordine – spiega Pardo – hanno evidentemente scoraggiato alcuni esercenti che operavano senza rispettare le norme del settore”.
Ma a due istanze di cessazione presentate da cittadini cinesi se ne affianca subito un’altra di avvio attività. Proprio negli ultimi giorni, i funzionari del Suap hanno detto sì ad una nuova apertura commerciale cinese. I capitali ci sono e si fanno sentire. Orari di lavoro praticamente continui, prezzi bassi e, adesso, manodopera, comprese le commesse, tutta gelese.
Se molte attività commerciali gestite da gelesi fanno fatica a vedere il futuro, quelle a marchio orientale non sembrano conoscere muri invalicabili, soprattutto se economici. I nuovi punti vendita, oltre a quelli avviati da tempo, hanno permesso la costruzione di un vero e proprio indotto orientale: con tanto di forniture, soprattutto in fase di allestimento dei punti vendita, assicurate da altri imprenditori dell’estremo oriente.
Tutto rigorosamente veloce e senza troppe sbavature. Via Venezia, quindi, si candida a nuova arteria del commercio made in China.