Gela. Dopo la raccolta di oltre duemila firme da parte dei componenti del comitato spontaneo di quartiere, il caso della chiusura di via Lituania ha trovato una, parziale, soluzione.
Martedì sera, infatti, il consiglio comunale ha detto sì alla proposta di variante al prg che consentirà di acquisire l’area al patrimonio pubblico. Quindi, niente chiusura: la zona, con il voto favorevole dei consiglieri presenti, è stata dichiarata di pubblica utilità, passo necessario per procedere all’esproprio.
Nel corso della seduta, alla presenza di diversi residenti, non sono mancate le polemiche: rafforzate dal fatto che proprio il primo cittadino Angelo Fasulo è uno dei condomini che avrebbe potuto usufruire della chiusura di via Lituania. “Sicuramente – è intervenuto il consigliere del nuovo gruppo Misto e Indipendente Giuseppe Di Dio – voteremo a favore della proposta. E’ un nostro dovere, però, capire chi abbia sbagliato in tutta questa storia. Come è stato possibile utilizzare liberamente un’area che tutti conoscevano come privata? Forse, bisogna ipotizzare che qualcuno abbia chiuso un occhio. Tanto, adesso, per espropriarla pagherà cappeddazzu. Pagheremo noi cittadini”.
Ulteriori approfondimenti, finalizzati ad accertare eventuali responsabilità, sono stati chiesti dai banchi della maggioranza. Sia Nuccio Cafà che Giacomo Gulizzi hanno apertamente investito della questione il neo assessore al ramo Fortunato Ferracane, presente in aula. Dello stesso avviso la loro compagna di partito Giovanna Cassarà.
“Allora – è intervenuta – dobbiamo pensare che nessuno sapesse che quella era un’area privata?”. Il consigliere Guido Siragusa, invece, ha cercato di stemperare ogni polemica.
“Ma perché – ha chiesto – bisogna strumentalizzare questa vicenda? Non mi scandalizzerei troppo. I costi cui andranno incontro le casse comunali non saranno così elevati”. Ulteriori approfondimenti, inoltre, sono stati reclamati dai consiglieri Giuseppe Collura dell’ex Mpa e Salvatore Gallo di Scelta Civica. “Dopo questa brutta figura – ha attaccato proprio Gallo – bisogna andare oltre il caso di via Lituania e capire quante altre convenzioni dello stesso tipo sono state ratificate dai funzionari comunali. Si potrebbe creare un pericoloso precedente. Non possiamo sempre pagare per gli errori di chi lavora per quest’ente”.