Gela. Quello degli incendi è uno dei pesanti risvolti di un territorio rurale troppo spesso lasciato privo di controlli. I responsabili della Riserva Orientata Biviere da sempre denunciano i vasti roghi che vengono appiccati a ridosso della zona protetta e all’interno del perimetro che si affaccia sul lago. Una mappatura delle aree incendiate è stata realizzata proprio dagli operatori. Inizialmente, è stata tracciata per andare incontro alle richieste partite dal tavolo tecnico ministeriale, che tardivamente ha dato seguito alle denunce. Adesso, verrà trasmessa alla prefettura di Caltanissetta e alla Regione, che l’hanno ufficialmente richiesta. Una conferma in tal senso arriva da Emilio Giudice, che è tra i responsabili della Riserva, gestita dalla Lipu. Le fiamme vengono appiccate per smaltire illecitamente cumuli di rifiuti e sostanze pericolose del ciclo produttivo, soprattutto delle serre. Non mancano però gli incendi di grandi quantità di plastica e di terreni, che poi si trasformano in aree di pascolo. Probabilmente, sia la prefettura che la Regione vogliono dare seguito a quanto più volte denunciato da Giudice e dagli operatori della Riserva. Sono stati presentati esposti e denunce, anche in procura. Lo stesso Giudice, lo scorso anno, venne sentito dai magistrati, non solo sulla vicenda degli incendi ma anche su altre questioni che toccano la salvaguardia della Riserva Orientata e la mancata attuazione del piano di gestione e di quello di risanamento. In estate, un sopralluogo nella zona condotto dai militari della capitaneria di porto, su input ministeriale, ha fatto nuovamente emergere la presenza di ingenti quantità di rifiuti e plastiche date alle fiamme, a ridosso dell’area protetta.
La “terra dei fuochi” del Biviere, con le fiamme che si alzano sia al mattino che di notte, produce danni enormi al territorio, senza che siano stati predisposti veri interventi di controllo e salvaguardia, ad eccezione di quelli messi in atto dagli operatori della Riserva. Giudice ha anche sostenuto la necessità che in queste aree si concentrino i controlli stabili di personale specializzato, dai forestali ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico. Una richiesta che probabilmente verrà inoltrata anche alla prefettura nissena.