Gela. Dopo l’ispezione alla cucina del presidio ospedaliero effettuata dai carabinieri del Nas di Ragusa, ieri sono stati i tecnici del servizio veterinario dell’Asp a controllare i centri di cottura e le mense pubbliche.
Gli operatori hanno passato in rassegna anche le mense ospedaliere, concentrandosi, ancora una volta, su quella del nosocomio “Vittorio Emanuele” di via Palazzi estendendo le verifiche alla clinica “Santa Barbara” del rione Macchitella. I tecnici dell’Azienda sanitaria provinciale hanno prelevato campioni d’alimenti da sottoporre ad analisi specialistiche nei laboratori di Caltanissetta. Le verifiche sono scattate soprattutto con l’obiettivo di ricostruire la filiera degli alimenti utilizzati nelle mense, dalle materie prime fino ai cibi preconfezionati. Le ispezioni si sono estese anche all’interno di un’azienda di catering che rifornisce diverse attività locali. Gli operatori intervenuti sono stati coordinati dal dirigente del servizio veterinario, il dottore Luigi Farruggia. Il giro di controllo, comunque, potrebbe proseguire già nei prossimi giorni anche in altre strutture della città, comprese le mense scolastiche. Non sono stati diramati gli esiti dell’ispezione degli operatori dell’ufficio veterinario, come del resto quello relativo alla verifica del Nucleo antisofisticazione dei carabinieri di Ragusa effettuato alla cucina del presidio ospedaliero di via Palazzi. Rimane la consapevolezza che il servizio cucina dell’ospedale accusa numerosi disagi. Alcuni fornelli del blocco cucina sono guasti e per sostenere lo stesso gli operatori sono dovuti ricorrere all’ausilio di blocchi di pietra. Il forno principale sarebbe inutilizzato per mancanza di vapore. Disagi anche all’organico del personale, sottodimensionato rispetto alla pianta organica che prevede 5 cuochi e 3 aiuto cuoco. Attualmente il personale incaricato è ridotto a 3 unità (2 cuochi e un aiutante). Per sopperire alla carenza la cucina si affida a 2 operatori esterni. Disagi anche per la dotazione di attrezzature. Mancherebbero pentole e attrezzature a disposizione del personale del servizio cucina del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele che quotidianamente deve garantire 200 pasti al giorno, 50 dei quali per gli utenti ricoverati presso le strutture ospedaliere di Niscemi e Mazzarino. Quasi a testimoniare la difficoltà che attraversa il servizio cucina i menù semplici offerti ai pazienti. Non si va oltre la pasta in bianco o al pomodoro, fettina di carne o petto di pollo. Solo un anno fa, il direttore del presidio, Luciano Fiorella, presentava menù articolati in occasione delle festività supportati dal cuoco titolato Salvatore Pizzo. Lo stesso, negli ultimi giorni avrebbe avanzato domanda di trasferimento presso un altro servizio dell’ospedale lasciando alla direzione dell’ospedale anche la gestione degli ordini di servizio della cucina.