Roma. La mobilitazione contro il piano di ridimensionamento della raffineria di contrada Piana del Signore è arrivata fin davanti ai palazzi della politica romana. Circa cinquecento lavoratori, tra diretto e indotto della fabbrica Eni, sono arrivati a Roma
per unirsi allo sciopero nazionale di tutti i dipendenti dei siti Eni della penisola.
“Non si può decidere di violare accordi già firmati – spiegano i segretari Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania – Eni tradisce il territorio e, soprattutto, mette in discussione centinaia di posti di lavoro”.
Domani, tra le stanze del ministero dello sviluppo economico, si inizierà a giocare la partita sul futuro del sito gelese. Il ministro Federica Guidi, infatti, ha convocato le parti della vertenza, compreso il presidente della regione Rosario Crocetta oltre al primo cittadino Angelo Fasulo. “Nessuno – dicono alcuni dei lavoratori arrivati a Roma per manifestare – si può permettere, dopo aver abusato del nostro territorio, di andarsene via come se nulla fosse”.
Nella capitale sono arrivati anche i segretari provinciali generali di Cgil, Cisl e Uil Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro, da settimane impegnati in una lunga serie d’incontri sia istituzionali che con i lavoratori della fabbrica. Lo stop di ventiquattr’ore è stato messo in atto anche dai dipendenti della società Enimed, come già anticipato la scorsa settimane direttamente ai vertici dell’azienda d’estrazione del gruppo Eni.