Gela. I magistrati della Dda di Caltanissetta per anni indagarono sulle infiltrazioni mafiose nei cantieri delle villette residenziali, nella zona di via Butera. Inchiesta che arrivò poi al giudizio e alle condanne. Alcuni testimoni però non avrebbero riferito tutto quello che sapevano, fornendo versioni discordanti anche a processo. Secondo gli investigatori, per tentare di coprire i coinvolti. Due sono finiti a processo, proprio per rispondere delle presunte false dichiarazioni, rese davanti ai giudici. Il dibattimento si sta tenendo nei confronti di Giuseppe Cocchiara ed Emanuele Susino. Secondo le contestazioni, avrebbero conosciuto ulteriori particolari su quanto si verificava in quei cantieri, senza però riferirli. In aula, chiamato a testimoniare, l’imprenditore Sandro Missuto (non coinvolto nel procedimento) si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha spiegato di essere in attesa della decisione della Corte di Cassazione sulla sua vicenda processuale.
Un altro imprenditore ha risposto alle domande sui possibili rapporti tra Cocchiara e alcuni operatori, impegnati in quei lavori finiti al centro dell’attenzione investigativa. Per le difese, rappresentate dagli avvocati Giuseppe Nicosia e Carmelinda Anzalone, i due imputati avrebbero sempre riferito sui fatti conosciuti, senza sviare l’attività processuale. In aula, si tornerà a febbraio.