Gela. Era stato l’ex sindaco Domenico Messinese, dopo circa un anno dall’insediamento a Palazzo di Città, ad imporre a Caltaqua che le forniture idriche agli utenti non venissero effettuate di notte. Ancora in tanti quartieri, c’è chi è costretto ad attendere qualsiasi ora, pur di ottenere l’acqua, attivando i sistemi elettrici. Spesso questo accade dopo lunghe interruzioni e l’assenza di rifornimenti, che si può protrarre per giorni. I giudici del Consiglio di giustizia amministrativa hanno però riaperto la questione. Quattro anni fa, i legali di Caltaqua impugnarono l’ordinanza dell’ex sindaco, ritenendola illegittima. Il Tar Palermo diede ragione all’azienda italo-spagnola, sostenendo che non c’erano le condizioni per emettere un’ordinanza e inoltre che mancava la prova che l’uso dei motorini elettrici e il rumore prodotto di notte potessero essere pericolosi per gli utenti. Il Cga ha accolto l’appello avanzato dal legale di Palazzo di Città, l’avvocato Salvatore Loggia. Il legale, nel ricorso, ha preliminarmente spiegato che la sentenza del Tar era da ritenersi nulla. Non vennero rispettati i termini previsti per consentire al Comune di costituirsi. Tra la notifica del ricorso avanzato dai legali di Caltaqua e la decisione del Tar trascorsero solo dodici giorni.
La decisione che “cassava” il divieto di forniture idriche notturne, imposto da Messinese a Caltaqua, ora deve essere rivista dal Tribunale amministrativo, riaprendo il caso. Del resto, a distanza di quattro anni da quell’ordinanza la situazione del servizio in città non è affatto migliorata. Le emergenze invece si susseguono, accompagnate da esose bollette.
Nel nostro condomino nel giro di 5 anni le bollette dell’acqua sono aumentate del 100% ho fatto il calcolo per un condominio di 10 famiglie con un consumo uguale nel 2015 pagavamo 1300 euro circa mentre l’ultima bolletta arrivata con gli stessi consumi abbiamo pagato 2500 euro. Abuso di potere assoluto da parte di Caltacqua, ma quello che e’ grave che le istituzioni sono totalmente inermi.