Gela. C’erano gli agenti del comando di polizia municipale, tanti dipendenti comunali, i familiari e gli amici del cinquantaseienne Orazio Tuzzetti, stroncato dal Covid, dopo il trasferimento all’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta. Si sono radunati davanti alla chiesa di Sant’Antonio, a Caposoprano. A rendere omaggio all’agente, anche il sindaco Lucio Greco, l’intera giunta, il presidente dell’assise civica Salvatore Sammito e il comandante della municipale, Giuseppe Montana. La morte dell’agente ha scosso l’intero comando e la città. Era molto conosciuto, anche per il suo attaccamento alla divisa. I familiari, provati dal dolore, sembrano ancora increduli. Tuzzetti è stato il primo agente a contrarre il virus e le sue condizioni si sono poi aggravate.
Pochi presenti in chiesa, nel rispetto delle norme anti-contagio. La cerimonia è stata officiata da padre Michele Mattina, che ha ricordato la figura di Tuzzetti e il dramma del Covid che lo ha strappato ai suoi cari. I colleghi lo hanno onorato, in alta uniforme.
Consiglio alla famiglia, ai colleghi, alle FFOO, alla Magistratura di fare indagini sul trattamento fatto al povero Orazio, io dubito altamente che sia morto PER Covid. Come tutti quei poveretti che sono caduti nelle mani dei macellai al nord che li hanno intubati e hanno bruciato i loro polmoni, quando non ce n’era bisogno e bastava curarli con antibiotici, cortisone ed eparina (nel caso di tromboembolia polmonare) e altri medicinali che hanno funzionato per altri, come Berluscau, Briatore eccetera… Ma poi non è morto nessuno di importante, solo ed esclusivamente poveri cristi e anziani. Ma del resto era ordine del Goberno di Conte Dracula non effettuare autopsie e bruciare i morti per far sparire le prove. Come disse Cartesio: Cogito ergo SUM. Cartesio non dubita per dubitare, ma per ricercare la verità, e per sicurezza dubito di tutto.
Condoglianze alla famiglia. Lo conoscevo da quando ero dodicenne. Mi dispiace tanto.