Gela. E’ stata depositata la perizia redatta dai consulenti tecnici nominati dal giudice dell’udienza preliminare Alberto Leone nell’ambito del procedimento avviato a carico di cinque indagati, tutti funzionari e operatori Eni.
L’attuale amministratore delegato di raffineria Bernardo Casa insieme a Rosario Orlando, Arturo Anania, Biagio Genna e Aurelio Faraci devono rispondere di deposito incontrollato di rifiuti speciali e pericolosi. L’inchiesta ha tratto spunto dall’individuazione di una presunta maxi discarica d’amianto, da circa venticinque tonnellate, ricavata all’interno della vasca 4 dell’isola 32 della fabbrica di contrada Piana del Signore.
Davanti alla perizia appena depositata dagli esperti che hanno effettuato diversi sopralluoghi nell’area finita al centro delle indagini, il gup Leone ha scelto di rinviare ogni attività al prossimo 2 luglio.
Nel procedimento si sono costituiti parte civile decine di operai ed ex lavoratori della fabbrica entrati in contatto con le pericolose fibre d’amianto: sono rappresentati dagli avvocati Lucio Greco ed Ezio Bonanni. La richiesta di una nuova perizia sui luoghi venne contestata sia dal pubblico ministero Serafina Cannatà sia dai legali che rappresentano le parti civili: venne ritenuta decisamente tardiva a distanza di oltre due anni dal sequestro della vasca e, soprattutto, dopo i primi interventi di bonifica.
Oltre agli operai, parti civili si sono costituite le associazioni Aria Nuova e Amici della Terra, rappresentate dai legali Joseph Donegani ed Antonino Ficarra.