Gela. Nello scontro tutto interno a quella che fino a qualche mese fa era la maggioranza “arcobaleno” del sindaco Lucio Greco, i dem (che hanno lasciato la giunta) ribadiscono che il provvedimento sulla Tari, approvato dall’assise civica, non è un successo amministrativo. “Il consiglio comunale ha perso l’occasione di far sentire con gran forza a questa amministrazione che non si può lavorare a riprese, ma che è necessario un lavoro continuo e costante, con un attento controllo delle procedure amministrative. E’ molto grave che un atto predisposto nel luglio 2020 – dicono i consiglieri dem Alessandra Ascia e Gaetano Orlando – arrivi in consiglio ad ottobre ed è altrettanto grave elogiare l’amministrazione solo per la riduzione della tariffa delle utenze non domestiche, come se la crisi non venisse vissuta anche da migliaia di famiglie rimaste senza lavoro, in attesa di ausili o sovvenzioni per sostenere il costo quotidiano della propria vita. Abbiamo voluto, nella solitudine più assoluta all’interno del consiglio comunale, sottolineare che il Pd con i suoi rappresentanti si è mosso e continuerà a farlo per vedere ricalcolato un costo della Tari che sia proporzionale al servizio ricevuto”. I dem prendono nuovamente di mira, anche da un punto di vista politico, la commissione bilancio, i cui componenti ieri hanno respinto proprio le accuse del Partito Democratico. Ascia e Orlando seguono la linea dell’ex assessore Grazia Robilatte, spiegando nuovamente che lo stesso ex assessore già a Gennaio “aveva riferito alla commissione che, con mezzi ufficiali e non, gli uffici erano stati sollecitati a metterla a conoscenza di tutti i costi sostenuti nel 2019 utili per la determinazione del Pef 2020 nonostante le nuove disposizioni in materia di calcolo dei piani finanziari avessero posticipato il termine ultimo per l’approvazione al 30 aprile 2020”.
Per i dem, il presidente della commissione Valeria Caci in aula consiliare avrebbe riferito una versione differente dalla realtà. “L’assessore avrebbe voluto portare le tariffe prima, auspicando una riduzione della Tari giustificata da un Pef inferiore. Durante il suo mandato – dicono ancora – ha disposto atti necessari per concretizzare la riduzione delle tariffe, ma come assessore le competevano solo indirizzi politici e non certamente stesure di Pef”. I consiglieri del Pd escludono di aver votato contro la Tari per danneggiare i commercianti. Il loro voto contrario si è fondato sul fatto che l’amministrazione non abbia aperto ad una riduzione generalizzata di tutte le tariffe. “Avremmo potuto votare le tariffe nuove per tutti i cittadini, modificando quelle aumentare dal commissario, calcolate anche sulla base di un Pef ancora vigente che prevede una gara ponte mai aggiudicata. Considerando inoltre l’assenza di costi aggiuntivi nel 2019, come deciso dall’assessore”. I consiglieri ritornano anche sulla scelta di nominare un consulente esterno per la redazione del Pef. “Come mai nessuno aveva sollevato prima questa necessità?”, chiedono ancora.
Se oggi i rifiuti vengono pagati a caro prezzo è colpa vostra. Non cercate scuse e motivi validi.
Non avete ancora capito che siete oramai arrivati ai titoli di coda?