Gela. I lavori nelle aree verdi, per la bonifica da erbe infestanti e la manutenzione, dopo una serie di passaggi burocratici, tra fine maggio e giugno vennero effettuati da almeno sette aziende locali, per il tramite di Ghelas. Un totale di circa 130 mila euro, che inizialmente sarebbe dovuto servire a coprire i costi per l’affidamento esterno ad un’unica azienda. Il servizio venne poi affidato alla municipalizzata. Un triangolo, quello tra amministrazione comunale, Ghelas e aziende intervenute per le attività, che sta sollevando più di un dubbio di legittimità tra i consiglieri di opposizione. Gli esponenti all’assise civica di “Avanti Gela”, Lega, Fratelli d’Italia, Movimento cinquestelle e l’indipendente Paola Giudice, hanno deciso di scrivere formalmente all’Autorità anticorruzione, al segretario generale del Comune, alla Regione, alla prefettura e alla Corte dei Conti regionale. Il sospetto è che sia stato “forzato” il contratto di servizio con Ghelas. “Come si è potuto superare l’articolo 11 del contratto di servizio tra Ghelas e Comune, dove si stabilisce – si legge nella nota dei consiglieri – che non si può superare l’importo contrattuale complessivo, così come prescrive il comma 6 dell’articolo 11 del contratto, tenuto conto che sono state prelevate somme da altri capitoli di bilancio non di pertinenza di Ghelas, nominati rup e dec e predisposti atti di gara e appalto con elenco prezzi e capitolato d’oneri diversi da quelli stabiliti per Ghelas”. In base alla ricognizione condotta dai consiglieri, non sarebbe stato rispettato il disposto del codice dei contratti pubblici. Sostengono che per servizi diversi da quelli già affidati a Ghelas, sarebbe stato necessario definire un ulteriore contratto, passando dal voto del consiglio comunale.
Ribadiscono la necessità di verificare se la scelta ricaduta su Ghelas, autorizzata dal settore ambiente del municipio, sarebbe poi servita per “aggirare le norme in materia di appalti pubblici”, con i lavori effettuati da sette aziende locali, attraverso “affido diretto”. Ritengono necessario un approfondimento generale su lavori che il sindaco Lucio Greco e l’assessore al decoro urbano Giuseppe Licata scelsero di avviare, davanti ad una situazione di assoluto degrado in tante aree della città, che ancora oggi non è stato del tutto superato. Spiegarono di aver assicurato l’intervento di aziende locali. Affidamenti che probabilmente incrinarono del tutto i rapporti con il Pd, dato che l’allora assessore all’ambiente Grazia Robilatte pare avesse a sua volta sollevato più di un dubbio sulla procedura adottata.
È facile intuire che è stato un raggiro per affidare agli amici degli amici gli affidamenti diretti senza passare dalla gara pubblica e trasparente. Viva la legalità, come si può educare una società se chi la amministra nn rispetta le norme vigenti in maniera di appalti?
A qualche luminare della politica la risposta….