Gela. Secondo gli investigatori, avrebbe tentato il furto all’interno della chiesa di Sant’Antonio, a Caposoprano. Il quarantacinquenne Gianfranco Turco venne condannato, in primo grado, a due anni di reclusione. Gli investigatori risalirono a lui analizzando un’impronta rilevata su un vetro che venne infranto, nel tentativo di entrare nel luogo di culto. La difesa, sostenuta dall’avvocato Salvo Macrì, ha impugnato la sentenza di condanna. A novembre, in Corte d’appello a Caltanissetta, la vicenda verrà nuovamente verificata, anche in base agli elementi avanzati dalla difesa nel ricorso presentato nell’interesse dell’imputato. Il legale che lo assiste esclude che ci possa essere stata un’effettiva corrispondenza tra l’impronta, refertata su un vetro esterno, e lo stesso Turco. In primo grado, venne sentito il parroco. Gli investigatori, giunti sul posto, accertarono la presenza di macchie di sangue.
Probabilmente, il ladro, che alla fine non portò via alcun lauto bottino, avrebbe forzato uno degli ingressi.