Gela. Il silenzio istituzionale durato per decenni sembra lentamente sfumare e l’area della Riserva Orientata Biviere è finita sotto i riflettori, anche dell’amministrazione comunale. Uno spartito analogo a quello di bombe ecologiche da decenni presenti sul territorio, a cominciare dalle ex discariche industriali Cipolla e Marabusca. In settimana, anche il sindaco Lucio Greco ha partecipato al sopralluogo condotto dai tecnici di Arpa e Ispra, mentre la capitaneria di porto aveva già preso atto di ciò che si verifica a Bulala, tra roghi di rifiuti pericolosi ed erosione della costa. Il Biviere, come denunciato dagli operatori, in assenza di controlli, negli anni si è trasformato in terra franca. I roghi si susseguono. Le fiamme avvolgono rifiuti e resti di produzione di ogni tipo, rilasciando in atmosfera sostanze molto pericolose. Una “Terra dei fuochi” che adesso è stata mappata dagli operatori della Riserva. E’ stato completato il “censimento” delle aree incendiate e delle zone dove le discariche abusive vengono eliminate appiccando roghi. Un lavoro condotto per avere dati certi, che verranno trasmessi al Ministero dell’ambiente, dove è da anni aperto un tavolo tecnico. “Certamente non è un lavoro che rientra nelle nostre competenze – spiega Emilio Giudice – ma abbiamo dovuto farlo da soli, altrimenti tutto sarebbe rimasto fermo. In questo modo, trasmetteremo i risultati al ministero”. Le aree limitrofe alla Riserva e quelle interne sono state passate in rassegna, anche usando strumenti di localizzazione piuttosto semplici, come quelli forniti da Google earth.
I funzionari ministeriali, dopo quanto riferito dallo stesso Giudice nel corso delle tante riunioni romane che si sono susseguite nel tempo, hanno finalmente preso atto delle enormi falle nei controlli e della necessità di rivedere i possibili interventi di risanamento dell’area, anche se di risorse finanziarie vere e proprie mancano tracce concrete.