Gela. Gli atti sono stati trasmessi alla Regione. Saranno i tecnici palermitani a valutarli e probabilmente ad inoltrarli al ministero per il passaggio finale. Si tratta delle carte, riviste, della perimetrazione del Sito di interesse nazionale. Il territorio locale, da anni, è classificato come Sin, a seguito della pesante presenza industriale e degli effetti prodotti. Di rivedere i confini del Sin si è parlato più volte. Ad inizio anno, il consigliere comunale grillino Virginia Farruggia, con un’interrogazione presentata all’assise civica, ha chiesto delucidazioni proprio sull’iter di riperimetrazione. A luglio, l’assessore Terenziano Di Stefano ha dato mandato al dirigente Orazio Marino, che ha concluso l’attività negli scorsi giorni, con l’invio degli atti. Nel Sin riperimetrato vengono ricomprese aree che fino ad oggi non erano state inserite. Delineare al meglio il perimetro del Sin è fondamentale per i finanziamenti che dovrebbero coprire le attività di bonifica. Sul territorio, le percentuali delle aree industriali già bonificate sono ai minimi, come più volte fatto emergere dagli enti che sovraintendono queste procedure. Con la riperimetrazione, il Sin si amplia alle pipeline sotterranee ma anche a zone come Marabusca, con discariche di idrocarburi ancora molto pericolose e mai sottoposte a veri interventi di bonifica. Sono tutti lasciti di un passato industriale che ha impattato su vaste aree del territorio locale, ancora oggi mai messe in sicurezza, anche a causa di una burocrazia elefantiaca.
“Era molto importante rispondere alle sollecitazioni ufficiali che sono più volte arrivate dalla Regione – dice Di Stefano – il dirigente ha completato il lavoro e trasmesso gli atti. In questo modo, c’è la possibilità di rientrare negli accordi di programma che stanziano fondi per le bonifiche. Se non avessimo provveduto, probabilmente saremmo rimasti fuori e chiaramente l’ente comunale non dispone di fondi tali per intervenire nelle aree industriali”. La vicenda Sin venne ripresa dall’amministrazione Messinese. Nonostante i primi tavoli tecnici, non se ne fece più nulla, anche se fu prodotta una nuova cartografia, con siti che inizialmente non rientravano nel Sin. Ora, Palermo e Roma, come spesso capitato, dovranno dare seguito alle richieste di un territorio, che ancora oggi risente degli effetti dell’industria pesante.