Impianto termo ossidazione rifiuti, “Energika” impugna anche secondo diniego Regione

 
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La tecnologia predisposta da "Energika" era basata sul processo "two"

Gela. Mentre in città il fronte dei rifiuti è sempre piuttosto instabile, con l’emergenza per lo smaltimento della frazione organica per ora tamponata attraverso l’invio fuori Regione dei carichi, tanti gruppi avrebbero in programma di investire in questo settore. Tra i primi a muovere passi concreti, gli imprenditori locali di Energika, che avviarono l’iter per un impianto di termo ossidazione dei rifiuti, con capacità da 50 mila tonnellate all’anno. Una procedura partita quattro anni fa. Dall’assessorato regionale territorio e ambiente e dalla commissione tecnica specialistica sono però arrivati, in due diverse occasioni, pareri negativi. Il sistema non sarebbe compatibile con le norme e i vincoli ambientali. Lo ritengono fin troppo impattante, a differenza di quanto spiegato dai tecnici di Energika, che invece hanno sempre sostenuto l’assenza di emissioni pericolose dal processo di termossidazione dei rifiuti. Dalle carte depositate in Regione, si è poi passati a quelle notificate al Tribunale amministrativo di Palermo, che ad oggi non ha potuto fare altro che prendere atto del primo no arrivato dall’assessorato e dalla commissione e poi ribadito dopo che venne imposta la rivisitazione del progetto. I legali di Energika, per mandato degli imprenditori, hanno avanzato un ricorso per motivi aggiunti, notificato lo scorso giugno.

Contestano anche il secondo diniego arrivato dagli uffici della Regione. La vicenda verrà ancora trattata a marzo del prossimo anno, così ha stabilito il Tar, dando termini a difesa ai legali dell’Avvocatura dello Stato, che rappresentano l’assessorato e la Regione.

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