Gela. Sono ripresi con frequenza mensile i prelievi nelle acque del lago Biviere. Anche giovedì, operatori Arpa sono arrivati nella Riserva per effettuare campionamenti. Le attività di analisi sono rimaste ferme per anni. Le verifiche sono destinate a tracciare un quadro complessivo, che dovrebbe riguardare la parte ecologica dell’area protetta. Gli accertamenti tecnici sono ripresi, anche a seguito di quanto segnalato dagli operatori della Riserva, ma le perplessità rimangono sulle modalità adottate. Il lago Biviere rientra tra le aree Ramsar, essendo classificato come zona umida di importanza internazionale. “Purtroppo, nonostante i prelievi e le relative analisi – spiega Emilio Giudice – non viene messo in atto il protocollo, definito da Ispra e Cnr, anche insieme al ministero, che detta le linee guida per i controlli. Non vengono effettuati prelievi e accertamenti sulla vegetazione acquatica, che invece sono molto importanti per tracciare lo stato ecologico di un’area umida di importanza internazionale come quella del Biviere. Parliamo di un lago naturale che va attentamente monitorato. Più volte, ho sottolineato la mancata attuazione delle linee guida del protocollo. Probabilmente, non viene messo in atto anche perché Arpa non dispone di personale con competenze sulla vegetazione acquatica”.
I prelievi vengono effettuati al centro del lago, nei punti più profondi, comunque distanti dalle sponde. Il personale della Riserva ha messo a disposizione una barca e il relativo sistema di ancoraggio.