Gela. Le loro posizioni potrebbero essere definite prima di arrivare al giudizio, fissato per l’aprile dell’anno prossimo. Sono tre i coinvolti in un’indagine, scattata dopo l’accertamento di furti di gasolio da alcuni pozzi di Enimed, sparsi sul territorio. Della vicenda, oltre ai pm della procura, si sono occupati anche i magistrati di Ragusa. Controlli sono stati effettuati in quella zona. Le difese dei tre potrebbero a breve avanzare richiesta per accedere a riti alternativi, anche l’eventuale patteggiamento. Ci sarebbero intercettazioni che confermerebbero il coinvolgimento degli indagati. Pare che si recassero nelle zone dei pozzi, alcuni anche dismessi e in aree rurali, con un mezzo da lavoro. Il gasolio sarebbe poi stato caricato per essere portato via. I difensori sarebbero orientati per riti alternativi, così da evitare il dibattimento, che altrimenti si aprirebbe il prossimo aprile, dopo il giudizio immediato chiesto e ottenuto dai pm, che sono certi di quanto ricostruito. Tra i coinvolti, ci sarebbe anche un operaio che ha lavorato nell’indotto di Enimed.
Inizialmente, a tutti vennero imposti gli arresti domiciliari, poi convertiti in obbligo di dimora. Sono difesi dagli avvocati Carmelo Tuccio, Giovanni Cannizzaro e Filippo Spina.