“Ciliegino” e la missiva di Greco, Damante: “Perché lettera a Regione? Accesso ad atti”

 
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Damante vuole verificare gli atti

Gela. Perché il sindaco Lucio Greco, alla vigilia di Ferragosto, come hanno fatto anche altri quattro sindaci, ha deciso di chiedere che si blocchi la procedura per il pensionamento del dirigente del dipartimento energia della Regione, Salvatore D’Urso? I dubbi sono stati sollevati dagli esponenti del Movimento cinquestelle. Se l’è chiesto il deputato grillino all’Ars Nuccio Di Paola e ora l’altro rappresentante all’Assemblea regionale, Ketty Damante, ha deciso di effettuare un accesso agli atti. Il dipartimento energia, tra gli altri iter, segue da anni quello del progetto “Ciliegino”, il maxi polo agro-fotovoltaico che ad oggi non è mai stato realizzato e potrebbe costare milioni di euro alle casse del Comune, solo in termini di espropri. Greco, di recente, ha annunciato un piano per acquistare tutti i terreni, attraverso un fondo da tre milioni di euro. Nella missiva inviata alla presidenza della Regione, ma anche ai deputati all’Ars, Greco si dice preoccupato perché il pensionamento del dirigente potrebbe bloccare procedure importanti. “In sede di approvazione del disegno di legge Variazione di Bilancio era stato presentato un articolo che consentiva il prolungamento dell’attività lavorativa dei dirigenti oltre il limite di età per il pensionamento. Sono stata prima firmataria di un soppressivo, approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana, proprio perché si trattava di un articolo che nulla aveva a che fare con il Bilancio della Regione e perché, soprattutto, si configurava di una legge ad personam. Decisione contestata dai sindaci. Lo hanno fatto con una stranissima lettera per tutti e cinque identica, con la quale si chiede di mantenere in servizio il dirigente generale del Dipartimento energia. Ovviamente la frase di circostanza dei cinque sindaci per i quali la richiesta di proroga al dirigente non vuole “minimamente entrare nelle dinamiche e nelle problematiche politiche del governo” risulta quantomeno contraddittoria. È stranissima – scrive Damante sul suo profilo facebook – perché con essa si contraddice il principio tanto decantato “largo ai giovani”. Non si capisce perché lo svecchiamento e il rinnovo verso una pubblica amministrazione più permeabile ai cambiamenti tecnologici non debba valere per chi potrebbe fornire maggiore impulso al cambiamento: i dirigenti. Ma la stranezza più grande viene rivelata nelle motivazioni addotte dalle 5 lettere fotocopia. Si richiama il forte legame del dirigente generale a progetti e a procedure da lui stesso messi in atto”.

Il deputato grillino ha scelto di approfondire, anche per capire quali progetti possano interessare a tal punto i sindaci, compreso l’avvocato Greco. “L’attenzione allora va immediatamente rivolta ai progetti che così tanto preoccupano i cinque sindaci. Per questo presenterò formale richiesta di accesso agli atti per andare a fondo sulla faccenda e vigilare sul buon fine di ogni progetto che rispetti i normali canoni legali”. Secondo Damante, l’eventuale avvicendamento del dirigente non può pregiudicare l’esito di procedure già avviate, purché si rispettino sempre i parametri di legge. I grillini, in aula, hanno bocciato la norma, ritenuta “ad personam”, che avrebbe permesso a D’Urso di rimanere in carica, fino al compimento del settantesimo anno di età.

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