Gela. “Le scuse del sindaco non possono funzionare”. Il presidente dell’associazione “Viviamo Manfria” Antonio Cuvato, che per primo il 15 agosto ha denunciato lo stato di degrado della spiaggia della frazione balneare dopo la notte ferragostana, spiega che le parole di Greco non sono sufficienti. Il primo cittadino si è scusato pubblicamente per quanto accaduto, con l’arenile di Manfria invaso da rifiuti e resti di ogni tipo, segno inequivocabile di un’ordinanza di divieto (anche nell’ottica anti-Covid) mai rispettata. “L’ordinanza è stata tardiva – spiega Cuvato – non sono stati organizzati controlli e non c’è stata nessuna consultazione preventiva. Diciamo che si è trattato di un foglio e basta. A Manfria, mancano i controlli e il 15 agosto la spiaggia si presentava come un letamaio. Poi, c’è stato un intervento, ma con un trattore che spiana e non setaccia”.
Tra le strade della frazione balneare, sono ritornati in bella mostra i cumuli di rifiuti. “Questo è preoccupante – aggiunge il presidente di “Viviamo Manfria” – sono ben visibili cumuli in zone nelle quali non si vedevano più da almeno due o tre anni. Servono più controlli. Se non si riesce ad organizzare un piano specifico, basta copiare da quello che fanno Comuni vicini, che da questo punto di vista sono più avanti di noi. Non si può sempre confidare nelle associazioni e nelle segnalazioni. I rifiuti in strada sono più che visibili”. Oltre a rifiuti domestici, nelle aree incolte non mancano scarti di lavorazioni edili e amianto.