Gela. Alla fine, nonostante le tante oggettive difficoltà, il bilancio dell’evento è stato quasi lusinghiero. Tutte le promesse puntualmente mantenute e lo scopo, o meglio, il bersaglio ottimamente centrato. L’imponente presenza della Protezione Civile nonché delle forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco, ha garantito il normale, attento e discreto svolgimento della manifestazione, sia per quanto riguarda la sicurezza, sia per l’osservanza delle norme anti covid 19 La serata, climaticamente benevola, è cominciata con un colpo di scena, perché sono state proiettate le immagini della Villa vista dall’alto, che ha fatto capire, se ce ne fosse stato ancora bisogno, quanto straripante di bellezza fosse quel gioiello incastonato in un luogo già esaltato da quattromila anni. Intanto ritengo doveroso fare una precisazione per correggere una comunicazione che, nel precedente mio intervento, non diceva tutta la verità. Perché l’orchestra, che è stata al centro di tutto, non era composta esclusivamente da giovani promesse, ma infarcita di musicisti adulti dalla più che collaudata esperienza e protagonisti sempre apprezzati in prestigiosi palcoscenici in Italia e persino oltre i suoi confini, col chiaro compito di fare da artistica balia ai futuri campioni. Anche per questo, l’esecuzione dei brani previsti dalla scaletta è risultata di qualità superiore. Quando Raimondo Capizzi, direttore dell’orchestra, titolo dovutogli per la bravura dimostrata, ha dato il primo segnale agli orchestrali, qualche raggio di sole si incuneava ancora tra il fogliame degli alberi, illuminando la parte superiore della Villa, quando gli intervenuti ne avevano già goduto la bellezza in ogni suo angolo. A sud, nel tratto prospiciente il mare, un augurale volo di gabbiani dipingeva il suo benevolo presagio coi colori infuocati del tramonto. Ora tutto veniva demandato a quelle sette note che compongono il più spirituale dei linguaggi, l’intraducibile per antonomasia, che Johann Sebastian Bach vorrebbe di origine soprannaturale. I brani eseguiti dall’orchestra sono stati pressappoco quelli annunciati.. Personalmente ho apprezzato soprattutto l’ “Intermezzo della Cavalleria rusticana” per la dolcezza dell’esecuzione, un’autentica carezza per l’anima. Sontuosa mi è sembrata l’esecuzione di Waltz n° 2.di Dmitri Shostakovic. Ma è l’intero repertorio eseguito che ha fatto vibrare di emozioni gli intervenuti. E non sarà certamente sfuggito ai presenti come i suoni degli strumenti si propagassero nell’aria con una limpidezza inimmaginabile persino in certi teatri o arene tanto blasonati Grandi musiche, quindi, e noi sappiamo che una grande musica non finisce mai con l’ultima nota; è allora che comincia il suo lavoro nelle anime.
Ma la serata è stata anche caratterizzata e vivacizzata dalla premiazione della prima edizione del Premio Auriga riservato a personaggi siciliani che si sono distinti nei vari campi della conoscenza: dalle arti alle scienze, alle azioni umanitarie. La prima ad essere premiata è stata Silvana Grasso, del cui valore letterario ci siamo subito accorti tanto da essere spinti a scrivere un breve saggio in chiave psicanalitica su uno dei suoi racconti. La Grasso, come a molti è noto, ha collezionato un numero impressionante di premi, l’ultimo dei quali proprio nella città che tanti anni fa l’ha benevolmente adottata e che l’ha vista generatrice di affetti. Poi è stata la volta di Chiara Cocchiara, la scienziata gelese che opera in Germania, che non ha potuto per questo essere presente alla cerimonia proprio per motivi di lavoro; ma ha porto il suo saluto e il suo ringraziamento agli organizzatori e ai presenti in collegamento via etere. E tanto per far capire di che personaggio stiamo parlando, sottolineiamo che la nostra Chiara, la quale parla correntemente cinque lingue, è considerata una delle trenta donne più importanti del mondo nel campo della Scienza. Ed, infine, viene premiato, con la statuetta dell’Auriga, l’ennese Mario Incudine di cui abbiamo già avuto modo di delineare il profilo artistico ed umano. E Mario Incudine, di cui è diventata proverbiale la sua disponibilità, ha vivacizzato la serata con applauditi interventi canori. E proprio durante la serata sono pervenuti alla famiglia Greca il saluto e il ringraziamento per la nobile e benefica iniziativa a favore di popolazioni particolarmente bisognosi di aiuti, da parte del Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, Dott. Angelo Borrelli e del Direttore Generale della Protezione Civile della Sicilia il Dott. Ing: Salvo Cocina, sostituito per l’occasione dall’On Alessandro Pagano il quale, tra l’altro, ha consegnato alla Signora Maria Garofalo Greca una targa da parte dell’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’identità Siciliana dott. Alberto Samonà, con la seguente motivazione: “Per il suo impegno manageriale e sociale, svolto a favore della Città di Gela nel Mondo”. E proprio nel Mondo è stato felicemente mandato in onda, in diretta streaming, l’immagine di una prodigiosa quanto migliorabile città di Gela. All’altezza dell’evento si è dimostrato Filippo Marsala, col quale ho avuto modo di scambiare un paio di battute per come ha brillantemente condotto la serata di presentatore, lui, fra l’altro, apprezzato giornalista ed attore. Non è passata inosservata anche la presenza della soprano Rossana Potenza, celebrata protagonista in tante opere, cito per tutte, Mimì nella “Boheme” , Tosca, Manon nella “Manon Lescaut”, “Desdemona” in Otello. Una vera globe-trotter dell’Opera, avendo già calcato i più blasonati teatri del mondo: (da Berlino a New York, da Vienna a Toronto, da Monaco ad Amsterdam, da Praga a Budapest, da Palermo a Tokio, da Firenze a Montreal, e ancora e ancora. Si è esibita, tra gli altri, coi leggendari Placido Domingo, Josè Carreras, Montserrat Caballè, Mirella Freni e non solo. Chiamata sul palcoscenico per premiare Mario Incidine, ha fatto da par suo l’elogio dell’arte e soprattutto della musica. Ha impreziosito la serata Michele De Gasperis, un uomo che conosce il mondo, plurilaureato, versatile, quasi un visionario, impegnato nell’internalizzazione delle imprese italiane e nell’attrazione di investimenti esteri in Italia. Un curriculum, il suo, denso di realizzazioni, lungo da far girare la testa, ultima delle quali la fondazione, di cui è anche presidente, dell’Istituto Italiano OBOR (acronimo di One Belt, one Road – ossia “La via della seta”). Ha chiuso l’evento il padrone di casa, Luigi Greca, il quale ha fatto veloci cenni sulla storia millenaria di una città, Gela, posata felicemente nel cuore del mediterraneo, soffermandosi principalmente su tre episodi che la pongono indelebilmente nella Storia: l’approdo definitivo sulla sua costa dell’inventore della tragedia greca, quel tanto ammirato Eschilo di Eleusi, da cui discende lo sviluppo delle altre Arti; la partenza verso la Grecia del nostro notissimo Archestrato; ed, infine, lo sbarco degli Alleati la notte del 10 luglio del 1943, risultando la prima città liberata dall’oppressione nazi-fascista. Calato il sipario e spente metaforicamente le luci sull’evento, altre luci, le Perseidi in mutuo soccorso con le Delta Aquaridi, meteore che poeticamente chiamiamo stelle cadenti, cominciavano a sfrecciare infuocando tratti di cielo per infonderci, noi stupiti, il desiderio di un sogno da realizzare. Notte delle stelle, dunque! E, alla fine, chiudendo il nostro sipario interiore, ci consola la certezza che, alzando lo sguardo al cielo, troveremo ancora quelle quiete stelle che nel loro debole ed eterno luccichio, ci colmeranno sempre il cuore d’infinito.
Eccezionale serata, mi è dispiaciuto non poter essere presente perchè a Leonforte, mia moglie ha fatto le mie veci e poi verso la fine dell’evento mi sono collegato via stream ed ho apprezzato l’intervento del mio caro amico e collega Luigi che non finirò mai di ringraziare per quello che fa , assieme alla sua adorata moglie, figli e nipoti, per Gela. Un apprezzamento per l’impareggiabile scritto dell’amico Di Natale , che da poco ho imparato ad apprezzare oltre da insegnante da grnde scrittore!!!!