Gela. L’impiantistica per lo smaltimento dei rifiuti, sul territorio, è da tempo al centro di diverse attenzioni. Lo stop temporaneo del sistema di compostaggio di Brucazzi, sovraccarico anche a seguito di un’ordinanza d’urgenza del sindaco Lucio Greco, ha creato non pochi disagi ai turni di raccolta. In questa fase, la filiera è praticamente completa, con la nuova vasca della discarica, l’impianto Tmb e il compostaggio (seppur a portata limitata). L’amministrazione comunale ha in programma un nuovo impianto di compostaggio pubblicio e si è affidata alla tecnologia brevettata dal chimico industriale Fabrizio Nardo, che ebbe una breve esperienza da assessore all’ambiente nella prima giunta Messinese. Da Roma, il senatore grillino Pietro Lorefice, che fa parte della commissione d’indagine sul ciclo dei rifiuti, ritiene però che la Srr4 e l’amministrazione comunale debbano rivedere il piano d’ambito, escludendo l’ipotesi, prevista nello stesso piano, della realizzazione di un inceneritore. “Il Piano Regionale sui Rifiuti in vigore risale al 2002. Il Piano d’ambito dell’Ato Cl2 del 2016, oggi in capo alla Srr4, prevede addirittura la realizzazione di un inceneritore della capacità di 40.000 tonnellate all’anno – dice il senatore – una programmazione che risale a qualche anno fa ma che risulta anacronistica rispetto agli obiettivi che si stanno perseguendo oggi in Europa e dal governo italiano. Un Piano d’ambito pensato ed elaborato in palese difformità al Piano di risanamento ambientale approvato con il Dpr del gennaio 1995 che prevede un alleggerimento della pressione ambientale sui territori di Gela, Butera e Niscemi. Il Piano di risanamento è stato snobbato dalla Regione e non tenuto in considerazione dalle amministrazioni comunali che in venticinqie anni si sono succedute. È tutt’oggi valido e andrebbe però aggiornato, ma è ancora validissimo nelle sue linee strategiche”.
Per Lorefice, che da tempo ha avviato una collaborazione istituzionale anche con Nardo, è necessario che la giunta e la Srr4 rivedano il Piano d’ambito, senza tentare la via degli inceneritori e dei continui ampliamenti della discarica Timpazzo, effettuati in violazione del Piano di risanamento e di quello di gestione. Il grillino chiede discontinuità, soprattutto dall’ex giunta Messinese. “Impianti essenziali come il compostaggio vanno insediati in aree non sottoposte a vincoli. E’ paradossale che nel sito di Timpazzo si ricorra a continui interventi di ampliamento nel nome dell’emergenza rifiuti. Il governo regionale deve dimostrare di essere capace di rispettare le direttive europee. La Sicilia è in Europa. Rivolgo un appello all’attuale amministrazione comunale – conclude – affinché percorra con decisione la strada di discontinuità con le giunte precedenti, ed in particolare con quella Messinese che voleva trasformare Gela in un centro di smaltimento regionale di rifiuti urbani ed industriali con tecnologie dannose per la salute e l’ambiente. Oggi la via maestra è l’economica circolare e il futuro della città deve guardare alla transizione energetica verso le fonti rinnovabili ed al recupero e valorizzazione dei rifiuti secondo le migliori tecnologie disponibili rispettose di ambiente e salute, non al loro smaltimento”. Sull’impiantistica e sulla visione strategica della gestione rifiuti, sembra che Lorefice voglia aprire un dialogo, anche con Greco, superando l’eredità dell’ex giunta Messinese.