Timpanelli e il complotto: “Adesso devono scoprire chi mi ha incastrato”

 
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Gela. Chiede “perchè” almeno una dozzina di volte. Da un lato la gioia di vedersi scagionato dalla procura (il Gip deve ancora pronunciarsi) dall’altro i tormenti interni. Domenico Timpanelli chiede giustizia.

La sua vicenda sembra chiarita. Il mezzo chilo di droga è stato messo artatamente sul passaruota della sua auto. Adesso ne è convinta anche la procura, che ha chiesto l’archiviazione del caso. Cadono anche le accuse di detenzione di monete antiche (le aveva comprate all’asta) e quelle di usura. Ora però ci sono i tanti perchè. “Questo è il punto di partenza non arrivo – dice – chi mise il pacco dietro la ruota? Perchè stato estratto a mani nude quel panetto? Perchè non sono state prese le impronte digitali? Perchè non sono stato seguito e pedinato? – si chiede Timpanelli – perchè un insegnante che guadagna 500 mila euro si riduce a spacciare droga? Tutto questo non si può ridurre ad una sola denuncia di calunnia. Ho incaricato anche agenzie di investigazioni private a Roma ed ho speso 60 mila euro al ritmo di 900 euro al giorno. Li voglio recuperare, e non solo il danno economico, ma anche quello che ha leso la mia immagine che coinvolge il mio lavoro e la fiduciache hanno in me gli alunni e le famiglie”.

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