Gela. Dopo i recenti sversamenti su un tratto del lungomare Federico II di Svevia e nel fiume Gela, la questione delle acque intaccate da sostanze pericolose e liquami fognari si conferma ancora non risolta, nonostante gli anni trascorsi e i fatti analoghi che si sono susseguiti. I dati forniti da Asp hanno escluso che i liquami finiti in spiaggia, sul lungomare, abbiano toccato le acque. Il sindaco Lucio Greco ha imposto l’obbligo di bonifica a Caltaqua, che gestisce l’impianto di sollevamento. Ci sono pesanti ritardi tecnici nel sistema di depurazione e nei mesi scorsi la commissione parlamentare d’indagine sul ciclo dei rifiuti ha effettuato sopralluoghi e audizioni. Ora, arrivano i dati di Goletta Verde, la campagna di monitoraggio di Legambiente, che ha individuato un totale di quindici tratti di costa inquinati sull’isola. Salvi, invece, gli altri undici, dove non si sforano i parametri. Tra i punti “rossi”, fortemente inquinati, continua ad esserci il tratto a ridosso del torrente Gattano, a Macchitella. Un punto, che da sempre risente delle attività del depuratore, collocato a poca distanza. Nell’arco di un anno, alle aree di costa “fortemente inquinate” si aggiunge quella della foce del torrente Rizzuto, in territorio di Butera. Nel 2019, i parametri risultavano “entro i limiti”. Quest’anno, invece, i campionamenti effettuati hanno dato esito differente. Il presidente di Legambiente regionale ribadisce il concetto e ritorna sulle troppe disfunzioni del sistema di depurazione, che si registrano in giro per la Sicilia.
“Cambiano i fattori, le località più o meno inquinate, gli scarichi abusivi scoperti, i depuratori che non funzionano – ha spiegato Gianfranco Zanna – ma purtroppo i dati che emergono anche quest’anno dai monitoraggi di Goletta Verde ci consegnano un mare siciliano che non gode di buona salute, anzi è davvero messo male e non poteva essere diverso il responso. D’altronde, ancora oggi, malgrado continuiamo a pagare multe salatissime all’Unione Europea per la mancata depurazione, nulla è stato fatto per voltare pagina, per avere più rispetto e amore per i nostri fiumi e il nostro mare. Eppure, anche al tempo del Covid, le nostre spiagge sono affollate e ricercate”.