Sindacati, “impedire disimpegno industriale su isola”, tavolo istituzionale in Regione

 
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Palermo. Il tavolo di confronto sulle sorti più imminenti dell’industria siciliana verrà avviato entro la prima settimana di agosto. L’impegno istituzionale all’assessore regionale Toto Cordaro lo hanno strappato le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil e quelle di categoria di Filctem, Femca e Uiltec. Si è tenuto un incontro a Palermo. Il timore dei sindacati è che il recente piano della qualità dell’aria, predisposto dal governo Musumeci, possa essere un boomerang, con le aziende pronte a disimpegnarsi. Tra i poli industriali di riferimento, c’è quello gelese. “E’ necessario togliere alle aziende ogni possibile alibi – hanno detto Alfio Mannino e Giuseppe D’Aquila (Cgil e Filctem), Paolo Sanzaro e Franco Parisi (Cisl e Femca), Claudio Barone ed Emanuele Sorrentino (Uil e Uiltec)- affinché diano corso a investimenti che, per i vari siti, si aggirano attorno ai 3 miliardi. Oggi viviamo una situazione di emergenza, con le aziende che di fatto hanno dimezzato gli investimenti. La ricerca di una soluzione è dunque un obbligo ed è urgente”. Il tavolo di confronto verrà insediato alla presidenza della Regione. Per i sindacati, inoltre, “è necessario, per agevolare e rendere il percorso più rapido, che le aziende dal canto loro presentino i piani per la gestione della transizione energetica, dal momento che sui processi di decarbonizzazione e per la sostenibilità ambientale non si può tornare indietro. Occorre poi che, nel confronto tra le parti – hanno spiegato gli esponenti di Cgil, Cisl e Uil – si trovino quei punti di equilibrio e quei percorsi che consentano l’attivazione di ingenti investimenti per il rilancio dell’industria e dell’occupazione in Sicilia”.

Le organizzazioni sindacali hanno anche chiesto l’insediamento di un tavolo di crisi e di sviluppo con i Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente “finalizzato a rimuovere i problemi sul tappeto, a governare la transizione energetica e ad assicurare il futuro e il rilancio dell’industria petrolchimica siciliana”. Mercoledì, l’allarme anche per il futuro del sito di contrada Piana del Signore, è stato lanciato dai vertici provinciali e regionali della Filctem-Cgil, che hanno parlato del rischio di una “carneficina sociale”.

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