Gela. E’ stato coinvolto in un’indagine che ha toccato diverse province siciliane, partita da Catania. Secondo gli investigatori etnei, i clan di quella zona avrebbero deciso di puntare forte sul sistema delle scommesse on line, anche con l’uso di software illegali. Il settantacinquenne Angelo Cavaleri, attualmente a processo davanti ai giudici del tribunale di Catania, insieme a decine di altri imputati, ha ottenuto la revoca anche dell’ultima misura cautelare che ancora pendeva. Non ha più l’obbligo di dimora in città e torna del tutto libero. Il collegio penale del tribunale catanese ha accolto l’istanza avanzata dal difensore, l’avvocato Francesco Enia. A giudizio, tra gli altri, sono il figlio Ivano Cavaleri e l’altro gelese Antonio Angelo Susino. Le agenzie scommesse avviate in città dai tre, secondo le accuse, avrebbero fatto parte della fitta rete di attività sotto l’influenza dei clan etnei. Contestazioni che le difese hanno sempre respinto, così come hanno fatto gli stessi imputati gelesi. I giudici, nel caso di Cavaleri, hanno ritenuto che “non risultano elementi di attuale legame con il contesto nel quale si colloca la condotta contestata”.
Lo scorso maggio, sempre su istanza dello stesso difensore, i giudici avevano già revocato l’obbligo di dimora anche ad Ivano Cavaleri, a sua volta ritornato in libertà, così come il padre.