Gela. Oggi, nel corso di una conferenza stampa, il sindaco Lucio Greco, tra le altre cose, dovrebbe comunicare ulteriori aspetti della vicenda del polo “Ciliegino”, toccati durante l’incontro avuto la scorsa settimana con l’assessore regionale Alberto Pierobon. Il maxi progetto, arenato da almeno sette anni, continua a non avere un futuro ben delineato. Negli ultimi tempi, sono diverse le aziende che hanno bussato alla porta del municipio, nel tentativo di accaparrarsi l’intera area e attività che generano interessi, economicamente piuttosto rilevanti. Da giorni, nella casella di posta certificata del primo cittadino c’è anche la manifestazione di interesse, ufficiale, della “Fortore energia spa”, azienda con sede legale a Roma e base operativa in Puglia, che vorrebbe rilanciare l’intero progetto, coprendo tutti i costi degli espropri. La proposta è stata avanzata attraverso Luigi Mistretta, della “Electric energy group”, che da anni segue le traversie di un investimento che avrebbe dovuto far nascere un polo agrofotovoltaico, tra i più ambiziosi in Europa. Ad oggi, così non è stato. “Non riusciamo a capire – dice Mistretta – come mai il sindaco Lucio Greco non abbia dato nessun riscontro alla nostra manifestazione di interesse, nonostante si tratti di un’azienda con capitale sociale da venti milioni di euro e un fatturato annuo da duecento milioni di euro. Parliamo di un’azienda solida, che ha tutte le capacità finanziarie per coprire i costi degli espropri e rilanciare il progetto”. Altre aziende del settore, in queste settimane, sono uscite allo scoperto, confermando l’interesse a prendersi progetto e aree. La marchigiana “Agroenergie srl”, che fa capo all’imprenditore Tiziano Giovannetti, ha addirittura avviato la procedura Via-Vinca in Regione, per il progetto ribattezzato “Gela Fv”. Tra le pretendenti, c’è la “Tep”, dell’amministratore delegato Leonardo Montesi, che ha anche avuto incontri con l’amministrazione comunale. “Personalmente – dice ancora Mistretta – ho seguito il progetto fin dall’inizio. Non capisco come possano fare aziende con capitale sociale da ventimila euro e fatturato da duecentomila euro all’anno, a coprire un progetto che potenzialmente vale circa cento milioni di euro. Nella comunicazione ufficiale, abbiamo chiesto al sindaco di avere un riscontro, positivo o meno. Ad oggi, nonostante sia stato contattato, non ha dato seguito alla manifestazione di interesse di un gruppo, che tra le altre cose opera nel mercato libero dell’energia e sta continuando ad investire. Nella manifestazione di interesse, ci sono tutti i riferimenti ai manager del gruppo. Altre aziende, invece, dicono di avere investitori pronti a coprire tutti i costi. Se questi investitori esistono, perché non si fanno avanti pubblicamente?”.
Quello del progetto “Ciliegino” è stato un percorso burocratico scosceso, segnato da tanti sospetti e molte anomalie, con l’intervento della magistratura. L’attuale amministrazione comunale, come hanno fatto in passato quelle che l’hanno preceduta, sta cercando di riesumarlo, soprattutto per evitare di mettersi sulle spalle gli enormi costi degli espropri. Centinaia di ex proprietari non hanno mai ricevuto le indennità dovute e al momento l’unica vera certezza è che i terreni sono nella disponibilità del municipio, con tutte le conseguenze del caso.