Gela. Le promesse, infarcite di milioni di euro, non mancano mai. A parole, tutti puntano sul turismo e sulla rinascita del patrimonio storico e culturale della città. I fatti, però, dicono altro. In attesa di un Museo del mare che non si capisce bene quando dovrà sorgere, uno dei siti archeologici più importanti del territorio è quasi del tutto ricoperto da sterpaglie e vegetazione spontanea. I bagni greci non fanno affatto una bella figura, almeno in queste condizioni (come dimostrano le immagini che pubblichiamo). Da anni, si ripete sempre la stessa situazione. Molto spesso, sono stati i volontari ad adoperarsi per rendere fruibile il sito. Ovviamente, non si può sempre attendere che siano gli altri ad intervenire.
Il presidente Nello Musumeci, il neo assessore regionale Alberto Samonà, l’amministrazione comunale e gli enti competenti esultano, quasi in automatico, al momento del ritrovamento di un qualsiasi pezzo di valore della millenaria storia della città. Sarebbe però opportuno pensare anche ai siti che già esistono e che versano in condizioni che sono più che eloquenti. Con l’estate e l’elevato rischio incendi, avere un’area archeologica invasa dalle sterpaglie non è il il migliore degli auspici.