Gela. Non ci sarebbe stato alcun danno erariale nel pagamento della parcella dovuta al collaudatore dei lavori del maxi cantiere della condotta idrica San Leo-Caposoprano.
Per questa ragione, i magistrati della sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti hanno assolto l’attuale dirigente del settore lavori pubblici Giovanni Costa: hanno, invece, dichiarato inammissibile l’intervento dell’ex funzionario di Palazzo di Città Roberto Sciascia, anche lui finito al centro degli approfondimenti contabili.
I magistrati della Corte dei conti contestavano al dirigente il pagamento di una cifra superiore rispetto ai massimali di tabella in favore dell’ingegnere scelto nella funzione di collaudatore. Una linea, però, smentita dai giudici d’appello. Stando alle motivazioni della sentenza emessa, il dirigente Costa avrebbe correttamente calcolato gli ammontari dovuti al tecnico, senza abusare della sua posizione.
I giudici hanno passato in rassegna tutte le voci liquidate dalle casse di Palazzo di Città. La procedura seguita da Costa avrebbe rispettato le tabelle ministeriali previste a seguito del finanziamento da quasi quattro milioni di euro sbloccato per coprire i costi della condotta. Oltre al presunto abuso erariale, l’indagine avviata dai magistrati contabili si estese anche alla parcella autoliquidata a sé stesso proprio da Giovanni Costa.
Un ammontare stanziato in base ai massimali professionali e non a quelli del fondo incentivante comunale. Accuse, comunque, che non hanno retto davanti alla difesa organizzata dai legali del dirigente comunale. Quindi, sul fronte della parcella pagata al collaudatore dei lavori della condotta idrica non ci sarebbe stato alcun reato erariale.
Il dirigente Giovanni Costa, inoltre, riceverà il rimborso delle spese giudiziarie sostenute durante i due gradi di giudizio.