Gela. E’ ancora in prognosi riservate, ricoverato in un lettino del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”, il pensionato di 72 anni investito da uno scooter mentre attraversava la strada in via Venezia. Nell’impatto ha riportato fratture multiple anche delle costole, la rottura della tibia e un trauma cranico. Ieri è stato sottoposto alla seconda tac ed è stato immobilizzato. Si spera in un recupero. Il figlio del malcapitato, Lorenzo Siracusa, dipendente Eni e componente della rsu di fabbrica, parla di “emergenza sicurezza lungo l’importante arteria cittadina”, già teatro di troppi incidenti stradali alcuni dei quali mortali.
L’indice accusatorio è puntato sulla mancanza di aree pedonali e, comunque, spesso poco visibili e sicure. “Lungo via Venezia i veicoli transitano ad alta velocità – accusa Lorenzo Siracusa – Mio padre è stato letteralmente travolto dal grosso scooter Yamaha 500 cc. Il centauro avrebbe cercato di allontanarsi senza prestare soccorso, probabilmente perché spaventato dalle conseguenze del violento impatto”. Le amministrazioni comunali quasi ignorano l’emergenza sicurezza in via Venezia, sede dell’area commerciale più importante della città, dove solo la giunta Fasulo aveva avviato alcune timide contromisure bloccando il transito dei mezzi pesanti nelle ore di punta ed ordinando alla polizia municipale lo sgombero di tutti i venditori ambulanti. Da allora la situazione è tornata in uno stato di abbandono che puzza di normalità. Nessuno si è mai posto il problema, compreso l’attuale sindaco Lucio Greco. Manca un piano sicurezza per arginare l’emergenza traffico veicolare nell’area commerciale di via Venezia e tutelare la presenza dei molti cittadini. Il bilancio degli incidenti aumenta inesorabilmente. La scorsa settimana un’autovettura si è addirittura capovolta all’interno del centro commerciale naturale. L’unico che ancora cerca di mantenere alta l’attenzione sembra Luigi Caracappa che in uno degli incidenti di via Venezia ha perso la moglie Nuccia e la figlia Ludovica, colpevoli di attraversare la strada dopo avere trascorso una serata in pizzeria. Da allora anche il percorso della giustizia pare abbia voltato le spalle all’uomo, offeso dai continui rinvii: l’ultimo dei quali lo scorso 14 luglio. “A casa, con mia figlia, cerchiamo di colmare il dolore – accusa Luigi Caracappa – ma l’assenza di Nuccia e Ludovica diventa ancora più ingombrante dall’iter troppo lungo della giustizia mentre chi le ha portate via da questa terra è impunito”.
“Non è possibile che in via Venezia non si prendano dovuti provvedimenti – conclude Lorenzo Siracusa – indispensabili ad evitare di incrementare la lista dei feriti e, soprattutto, quella più macabra dei morti della strada”.