Gela. «Per fare uscire una sola pratica dall’assessorato regionale al Territorio e ambiente ce ne vogliono soldi. E tutto questo deve finire. La battaglia contro la corruzione alla Regione è appena iniziata». Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, non fa un passo indietro e dopo aver trasferito 90 tra dipendenti e funzionari, annuncia altri provvedimenti.
Lo ha annunciato ieri mattina a Gela, durante la presentazione delle liste che sosterrà: la sua, il «Megafono», al Senato, e quella del Pd alla Camera. Nessuna ritorsione o punizione in relazione ai provvedimenti adottati sulla rotazione di dirigenti e personale da un ufficio all’altro. Un messaggio Crocetta lo ha lanciato anche alle organizzazioni sindacali. «Lo sanno tutti – ha detto, Crocetta – che la macchina regionale non funziona. I sindacati devono decidere da che parte stanno. Vogliono esserlo dalla parte dei cittadini o rappresentare la difesa del privilegio? La rotazione rientra nelle norme sulla trasparenza e non nell’ambito della trattativa sindacale».
A metà febbraio saranno tre mesi dal suo insediamento a Palazzo d’Orleans e il governatore già parla di risultati rivoluzionari. «I provvedimenti che abbiamo assunto in poco più di due mesi non sono stati adottati dai miei predecessori neanche in intere legislature. Ho già risparmiato un miliardo di euro senza fare perdere un solo posto di lavoro a precari e forestali. Ho tagliato la manciugghia».
Parole dure anche sul Muos e su chi vuole ostacolare la sua opera di pulizia alla Regione. “Non sarà una telefonata dagli Stati Uniti o una letterina a fermarmi. All’interno della Regione – ha proseguito – ho trovato un sistema mafioso ben radicato. Noi non temiamo lo scontro duro con la mafia anche se ogni tanto c’è qualche ‘rascapignatì (raschia pentole, ndr) che tira fuori qualche falso dossier. La battaglia contro il Muos è una battaglia di libertà. Prima c’era un presidente che l’ha autorizzato adesso che ce ne è uno che difendere il territorio e che non è servo di nessuno”.
Toni duri anche sull’Eni. “Le imprese che operano in Sicilia paghino qui le tasse – ha insistito – L’Eni non può inquinare da noi e pagare le tasse in Lombardia, mentre a noi restano i tumori”.
Infine, Crocetta ha annunciato di aver sbloccato i progetti per i porti di Gela, Marsala, Augusta e Termini Imerese. Bloccare il Muos di Niscemi, l’impianto satellitare della Marina militare statunitense, «è una battaglia di libertà».