Gela. Hanno chiesto di poter riparare alle contestazioni mossegli dai magistrati della procura attraverso il pagamento di oblazioni in denaro. Così, i difensori di Bernardo Casa, Salvatore Lo Sardo e Gaetano Lauria hanno inoltrato le loro richieste direttamente al giudice Fabrizio Molinari.
Il magistrato sta giudicando l’attuale amministratore delegato di raffineria Eni Bernardo Casa e due operatori del gruppo, accusati di non aver adottato tutte le necessarie precauzioni per impedire il presunto sversamento che, nel novembre di due anni fa, avrebbe invaso anche alcune aree protette intorno a quella occupata dal sito industriale. Nell’ultima udienza andata in scena, le parti civili, rappresentate dagli avvocati Giovanna Miceli e Giovanna Zappulla, hanno contestato le richieste inoltrate dai difensori.
“In questo modo – ha spiegato l’avvocato Miceli che rappresenta la provincia regionale di Caltanissetta – i difensori escludono le responsabilità dei loro assistiti, mettendo in dubbio che gli sversamenti possano aver raggiunto aree esterne alla fabbrica”.
Al contempo, la procura ha depositato ulteriori elementi di prova, compresi diversi tabulati di dati informatici. Il giudice Molinari ha scelto di aggiornare il dibattimento al prossimo 30 maggio, riservandosi sulle altre richieste giunte da accusa e difesa. In quella data, sia la pubblica accusa che le parti civili concluderanno con le rispettive arringhe.