Stop agli straordinari, gli operai esclusi dell’indotto bloccano gli accessi Eni

 
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Gela. Hanno presidiato i tornelli d’ingresso della fabbrica Eni, informando i tanti lavoratori impegnati nei turni. Gli operai dell’indotto Eni e i segretari dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, così, hanno monitorato l’eventuale violazione del blocco degli straordinari deciso come forma di protesta davanti ai tanti colleghi ancora fuori dal ciclo produttivo.

Al centro dei malumori ci sono le scelta assunte dagli imprenditori che gestiscono diverse aziende impegnate nell’indotto Eni. In sostanza, non avrebbero accettato di aprire i loro organici agli oltre cento operai rimasti fuori dalla fabbrica: preferendo, invece, affidarsi a continui straordinari.
“E’ molto semplice – dicono i segretari Orazio Gauci e Angelo Sardella – basterebbe ridurre le ore di straordinario per consentire ad altri operai di rientrare in fabbrica. Invece, tutto questo non viene fatto”.
Al momento, le emergenze si chiamano Ispeco e Nuova X Gamma: nel primo caso, sarebbero state avviate le procedure per l’assorbimento di personale esterno alla fabbrica; nel secondo, invece, i dirigenti avrebbero allertato i loro dipendenti in organico per assicurare la presenza lungo l’intero arco della giornata nonostante il proclamato blocco dello straordinario.
Al sit in ha preso parte anche il segretario della Uilm Nicola Calabrese. Ma la lista è ancora lunga: la Ste, l’Ecosist, la Sicilservice, la New Logistic, il gruppo Di Pasquale, l’Istituto italiano saldature. Tutte imprese con sede in altre aree che, stando al sindacato, non avrebbero in alcun modo accettato di trattare l’eventuale assorbimento in organico dei lavoratori rimasti inattivi.
La mobilitazione, comunque, non sembra fermarsi. “Noi rimaniamo fuori dalla fabbrica – dicono gli ex Cedis Salvatore Pirillo e Stefano Cafà – mentre molti colleghi edili sostengono oltre cinquanta ore di straordinario al mese. Ma dov’è la legalità? Perché non interviene l’ex sindaco Rosario Crocetta che conosce molto bene questo sito industriale? Tutto questo è inaccettabile”.
L’altro fronte caldo, inoltre, è quello della Smim: nelle prossime ore, non si escludono nuove proteste.
Da giorni, infatti, le buste paga “leggere” e i tagli al personale già paventati hanno rafforzato il contrasto tra lavoratori e proprietà.

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