Gela. Avrebbe cercato di mettere a segno un furto all’interno della chiesa di Sant’Antonio a Caposoprano. Ad incastrarlo furono le impronte digitali analizzate dagli esperti della polizia scientifica.
Una perizia sull’esito dell’esame dattiloscopico. Adesso, però, il difensore di fiducia del quarantenne Gianfranco Turco chiede una perizia proprio sull’esito di quell’esame dattiloscopico. L’avvocato Salvo Macrì, quindi, mette in dubbio che le impronte possano corrispondere a quelle del suo assistito che, proprio per quei fatti, è finito a processo davanti al giudice Chiara Raffiotta. Turco venne arrestato lo scorso maggio. La presunta incursione in chiesa, invece, si sarebbe verificata nel novembre di tre anni fa. Vennero sfondate anche le porte di diverse stanze, nel tentativo, forse, di non rimanere a mani vuote. Una decisione sulla richiesta formulata dal legale dovrebbe arrivare all’udienza del prossimo 12 marzo.